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Piazza Vittorio e Amara Lakhous
Le antologie su Roma, per solito, mirano a ricostruire una narrazione della città. La cui complessità spesso offre una varietà di sguardi naturale. Mai come nel caso di questa nuova raccolta che esce per la Bordeaux il caleidoscopio cerca completezza. Pur nell’accettazione di una inesauribilità. “Rome. Nome plurale di città” a cura di Giorgio de Finis e Fabio Benincasa non si accontenta, a dispetto del titolo, di offrire questa sola pluralità come numero ma come varietà. Lo fa mischiando competenze e visioni. Valerio Magrelli o Mario Perniola, Edoardo Albinati o Tomaso Montanari, Pablo Echaurren o Igiaba Scego, Francesco Careri o Massimo Lugli: le 392 pagine di questo volume offrono una…
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Filippo La Porta
Filippo La Porta è nato a Roma nel 1952. Saggista e critico letterario ha dedicato alla città in cui è nato “Roma è una bugia” (Laterza, 2014). Tra i suoi libri va ricordato il più volte ristampato “La nuova narrativa italiana: travestimenti e stili di fine secolo” (Bollati Boringhieri, 1995). In questa intervista racconta la bugia romana.
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Roma, 2010 – Autobus 90 – Porta Pia
Un altro incontro dell’inedito “Catalogo dei suonatori di strada” di Giuseppe Dolce, scrittore e cantautore.
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Andare al mare
Una questione tutto sommato balneare.
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Matematica razzista
La matematica è tornata di moda anche in questa forma di esclusività e razzismo compendiata nel breve degli odi a prescindere. Su un muro a Testaccio.
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Il teatro di via Belsiana
Vi immaginate se non l’avete vissuta e vista la Roma del beat? Senza fare sforzi titanici o storiografiche ecco un libro che ricrea quelle atmosfere. Lo ha scritto Claudio Pescetelli per Zona editore: “Roma Beat. I duemila giorni che cambiarono la città eterna”. Abbiamo scelto per voi l’esperienza del Teatro di via Belsiana con i Volonté protagonisti (nella foto Claudio, il fratello meno noto).