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    Still in love in Rome

    Nessuno saprร  l’amore dei vostri gesti perchรฉ nessuno vi conosce se non la memoria collettiva o la abitudine che hanno generato questo contatto di dita – poche – a chilometri di distanza dalla vostra casa – lontana – dai vostri affetti – consueti – dalla vostra vita espatriata. Di una vacanza a cui state offrendo capi leggeri ma decorosi.

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    Semaforo assistito

    Sembra un’installazione. Forse รจ solo uno scherzo, una candid camera da passanti. Che dura qualche giorno. Lo schermo passa da questa posizione all’imbocco delle strisce per l’attraversamento pedonale. Forse รจ un gioco di ruolo e ognuno fa la sua mossa. Poi ritorna da dove era venuto.

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    Una pagnottella verso Termini

    รˆ seduta davanti. Siamo su un treno che porta a Roma Termini da Ciampino dove sale. Con studiata tempistica mangia una pagnottella – piรน larga di un panino – nel tempo esatto in cui il convoglio fa ingresso nell’ultima stazione. I morsi sono lenti, come se calcolassero le distanze. Ogni tanto l’indice spinge il prosciutto cotto, che straborda, nella bocca. Tutto il corpo sembra concentrato in questa unica azione. Mangiare la pagnottella per arrivare a destinazione. Il tutto in un tempo definito. Sembra straniera, le unghie sono grigie gonfie come le mani, che sembrano da lavoratrice domestica.