mangiare/bere

Terre e Domus – Foro Traiano

Da Terre e Domus, l’Enoteca della Provincia di Roma, al Foro Traiano, per una colazione di lavoro.



Le parole “colazioni di lavoro” mi evocano spesso un falso mangiare. Un gusto improntato alla riconoscibilità: pepe pepe, olio olio, burro burro – per restare ai fondi. Poi esistono gli ingredienti veri e propri: le melanzane solo fritte, i peperoni solo grigliati, il saltimbocca ben saltato (da dove a dove non è dato sapere). Mangiare bene quando il fulcro dell’appuntamento è altrove non è core business. Magari ha più senso se lo si associa a un incontro galante ma questo ca va – un bel po’ – sans dire.

Eppure non è sbagliato chiedere a una “colazione di lavoro” un po’ di buon gusto. Non sia altro perché dopo non è di secondario peso andarsene tutti sfiatanti e biliosi. All’Enoteca della Provincia tutto questo in buona parte si realizza. Il pranzo di lavoro si consuma per me in una singola portata. Un primo al di sopra della media della ristorazione e un buon bicchiere di vino. Atmosfera gradevole – una posizione invidiabile e strappata a quella ristorazione fac de tiurist. Mi mangio una bella fettuccia ai carciofi e menta (dopo, in verità, mi abbioccherò a una conferenza!). Vino (al calice) buono. Insomma non male il tutto.

La lista in realtà mi dava ben più scelta e non nego che avrei assaggiato con piacere polpette, maialino e baccalà gratinato. Nel primo caso per fare onore al ricordo di mia mamma, nel terzo per una mia generale attenzione a questo pesce dall’aria così comune da lasciarmi sempre sorpreso (e vero è che delle sue centinaia di preparazioni i cuochi ci sollevano sempre le stesse 5-6 combinazioni).

Se vi capita di essere al centro proprio al centro. Se vi capita di avere fame e di voler rinunciare al classico doloroso panino. Si può fare.

Terre e Domus – Enoteca della Provincia di Roma
Foro Traiano, 82-84 tel. 06 69940273

 

 

Founder e direttore di "Perdersi a Roma" collabora con Il Messaggero, il Venerdì e Nuova Ecologia. Ha pubblicato libri di prose, poesie e narrativa di viaggio tra cui "Letti" (Voland), "AmoRomaPerché" (Electa-Mondadori), "La gioia del vagare senza meta" (Ediciclo), "Fùcino" (Il Sirente), "Il mondo nuovo" (Mimesis), "Andare per Saline" (Il Mulino) e "I segni sull'acqua" (D editore).