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“Perdersi a Roma. Flânerie e viaggetti” è una testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Roma n. 141 del 11/07/2016 di cui è direttore responsabile Roberto Carvelli, iscritto all’Albo dei giornalisti di Lazio e Molise dal 15/07/1998.

Questo sito propone dei percorsi romani e dei viaggetti fuori dalla città nello spirito della flânerie.
Alle spalle c’è un libro: “Perdersi a Roma. Guida insolita e sentimentale”, uscito nell’estate del 2004 (Edizioni Interculturali) e poi riedito nel settembre 2013 da Iacobelli Editore e a dicembre 2021 da Ediciclo.


Da soli o con altri organizziamo e curiamo attraversamenti urbani, conferenze sulla città e la letteratura e il cinema. In proprio o su commissione scriviamo o curiamo: rubriche, materiali e guide della città. Se sei interessato al nostro lavoro o vuoi proporci pubblicità o collaborazioni, contattaci.

A quest’avventura contribuiscono in forma anonima o meno varie persone a cui va un cospicuo “grazie”.
In particolare a Ilenia Battista, Claudio Damiani, Mary De Gregorio, Fabio De Propris, Giuseppe Dolce, Filippo La Porta, Federico Platania, Stefano Scanu e Myrice Tansini.
A tutte e tutti, buon viaggio.

 

Hanno scritto del libro…


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Roberto Carvelli ha scritto una guida insolita e sentimentale che si chiama “Perdersi a Roma”, un lavoro a piu’ voci nel quale autori famosi hanno scelto un angolo della citta’ o un suo aspetto al quale sono maggiormente legati. La pagina di oggi è proprio di Carvelli.
Annalisa Cicerchia | Isoradio

Come recita il sottotitolo, questa è davvero una guida insolita e sentimentale di Roma. Insolita perché il “metodo” per raccontare la città è di certo originale. Intervistando alcuni dei molti scrittori che sono (e si sentono) un po’ suoi figli. E sentimentale perché la loro voce sgorga inequivocabilmente dal cuore.(…) Come un affascinante diario a più voci. Tra prosa poesia e puro giornalismo. Affascinate diario a più voci.
Stefano Clerici | la Repubblica

Per gli amanti del viaggio on the road (ma in versione cool), provare a visitare una metropoli partendo dal fascino dei suoi luoghi periferici può essere un’idea: è quella di Roberto Carvelli in Perdersi a Roma, guida insolita e sentimentale.
D/la Repubblica

Senza cinismo ma piuttosto con qualche tenerezza, l’autore dialoga con autori di oggi e appena di ieri […] ma è lui a guidare fuori dai tracciati consueti delle guide turistiche quel visitatore, necessariamente curioso, che è il suo lettore.
Giuseppe Di Stefano | Corriere della Sera

Perdersi a Roma. Guida sentimentale che privilegia la Roma pasoliniana, l’elegia di Monteverde, i carmina burina, a scapito di quella flaianea, del cinismo spettacolare (avanspettacolare?) di via Veneto.”
Antonio D’Orrico | Corriere della Sera/Magazine

Roberto Carvelli ha composto un utile libro-viaggio, un po’ atto d’amore e autobiografia sentimentale, un po’ guida alternativa e sterminata microantologia letteraria, oltre che raccolta di interviste a scrittori.
Filippo La Porta | Left

Un libro esaurito e introvabile che non veniva ristampato da dieci anni, nel frattempo divenuto una leggenda metropolitana. Nelle sue pagine diciannove scrittori si sono misurati con luoghi della Città Eterna (fisici e immateriali) che molto difficilmente si possono trovare altrove: la Stazione Termini, i benzinai, i “baretti”, lo “smorzo” solo per citarne alcuni.
Patrizio J. Macci | affaritaliani

Tutta la Roma assente dalle guide ufficiali e che non è immortalata nei calendari per i turisti. È questo sterminato territorio […] a essere stato febbrilmente esplorato da Roberto Carvelli nel libro Perdersi a Roma.
Giuseppe Pollicelli | Libero

Perdersi a Roma è un libro che va letto. Al ritorno dal viaggio per i turisti, in un giorno qualsiasi per chi a Roma ci vive.
Luciano Del Sette | il manifesto/Alias

Per fortuna c’è un libro che ci soddisfa in pieno, una guida vagabonda che tutti quanti dovrebbero seguire con fiducia: ‘Perdersi a Roma’ di Roberto Carvelli è il viaggio in città che più ci piace, quello che non si arrende al turismo da buoi, alle deportazioni in torpedone, allo stupore programmato. Carvelli, romano autentico, sa che la nostra città è un gioco di prestigio che ci lascia sempre a bocca aperta e che non svela mai il suo trucco. Bisogna perdere tempo, imboccare traverse, spiare nei cortili, lasciarsi prendere per mano dalla curiosità. (…) Carvelli scrive bene, è vivace, colto, appassionato, semplice.
Marco Lodoli | la Repubblica

Perdersi a Roma comincia citando frasi dal passato sulla città, da Montesquieu a Pirandello, per poi scegliere una suddivisione in capitoli dispersa […] che è un modo privilegiato per raccontare un luogo parimenti disperso.
Marco Lombardi | Il Messaggero

Citazioni, aforismi, racconti sulla Città Eterna si mescolano alle spiegazioni semiserie e a tratti molto personali dell’autore sui diversi angoli di una città piena di contraddizioni e di umanità; una cittadinanza fatta di mille diverse sfumature e altrettanti dialetti. A Roma convivono il provinciale che si ritrova a vivere la sua personale sfida con quello spazio immenso e il romano “di sette generazioni” che si lamenta ogni giorno ma che non riesce ad andarsene mai. Un tour, più che una guida, che attraversa le strade, soprattutto quelle meno battute dai turisti, tra le migliaia di Smart che la popolano, le piccole e fastidiose minicar, i SUV ingombranti e poco adatti ai vicoletti del centro.
Andrea Di Carlo| mangialibri

Le guide turistiche possono essere utili: forniscono dati, nozioni consigli, itinerari collaudati. Esse, in genere, aiutano a non perdersi. La ‘guida insolita e sentimentale’ di R. Carvelli sceglie un altro metodo: per cogliere l’anima segreta di un luogo occorre perdervisi dentro. Una guida fedele a tale assunto diventa un percorso di paesaggi còlti con uno sguardo inedito, insolito, capace di andare al di là di ciò che è nascosto dalla normalità. (…) La città viene presa come fondale, spunto, motivo di sottofondo, memoria, tema, o anche soltanto pretesto per un racconto intrecciato, fatto di domande e risposte, osservazioni e intuizioni folgoranti.
Antonio Spadaro | La Civiltà Cattolica

A tutti voi che credete che Roma sia qualcosa di indecifrabile, un mosaico in cui le cui tessere sono state spostate, io consiglio questo libro.
John Vignola |Twilight Rai Radio 2

E’ ormai un caleidoscopio di immagini e di forme geometriche, il vecchio caro Quadraro, una sorta di concetto geografico-sentimentale (come lo ha definito lo scrittore Roberto Carvelli, autore di Perdersi a Roma), oppure, meglio, “uno stato d’animo” (…) Bene, se questo quartiere è uno stato d’animo, mi piace aggiungere che è un animo traboccante di creatività, un animo che tende ad “oggettivarsi” in belle e significative immagini, tali da abbellire i muri e l’intero quartiere che, dal punto di vista architettonico (anche l’architettura è una forma artistica), è fatto – come scrive Carvelli – di “libertà monocellulare pianificata”; tutto il contrario della serialità dei villini a schiera “che omologa il desiderio di indipendenza in un concetto-alveare in cui tu che compri hai l’impressione di aver scelto quello che, in definitiva, ti ha scelto”.
Francesco Sirleto |abitarearoma.it

 

Hanno scritto del sito…

Martedì, dunque, sarà on line perdersiaroma.it , che sarà dedicato al passeggio, alla narrazione, al racconto di percorsi e di culture: “flânerie e viaggetti”, insomma, come recita il non casuale sottotitolo, per tutti i cultori del tempo poetico dello smarrimento e delle piccole storie. Un arcobaleno sull’Ikea. I fantasmi dei fucilati a Forte Bravetta. Le stagioni che trascorrono al Quadraro. I locali capitolini ormai chiusi, cercati e raccontati uno per uno da Federico Platania (comprese le primissime hamburgerie, quelle in cui si scoprì che il ketchup sapeva di pomodoro ma era anche un po’ dolce: «Pazzesco. Una cosa da mille e una notte. Come le salamandre che sopravvivono nel fuoco o i draghi volanti di cui parlava Marco Polo al ritorno dalla Cina»). Il sito nasce da un’idea di Roberto Carvelli, che ha alle spalle una lunga esperienza di passeggiate letterarie e giornalistiche, si avvale delle fotografie di Mauro Petito, promette incontri (si parte con un’intervista a Filippo La Porta), offre citazioni libresche e anche consigli pratici. Il progetto è quello di scrivere nel tempo “un diario di viaggio in vita, in città”. Vale la visita e il sostegno.
Loredana Lipperini | la Repubblica