flânerie e viaggetti

Five to one, Rome

Certe volte la domenica mi piace attraversare Roma in bici e fare foto. Certe volte le foto mi piace farle con una Polaroid Land Camera 320. Questa è una domenica in cinque tappe. Five to one, Rome.

Intanto la mia macchina, ve la presento.

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Vecchiotta ma fa il suo. E’ del ’67, un annetto più di me. L’ho comprata a un mercatino. Le pellicole – per qualche appassionato starò dicendo cose ovvie – si trovano ancora. O si ritrovano di nuovo.
Chiaramente l’effetto delle fotografie – ma questo è il suo bello – non è sempre hi-fi. Di seguito le mie 5 tappe.

1 PIAZZA AUGUSTO IMPERATORE

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Si parte da Piazza Augusto Imperatore (piazza in attesa di un restyling annunciato con palazzi in vendita riservata). Un luogo dall’incanto modernista e antico in una simbiosi che non sembra per tutti. Apprezzarla dal punto di vista di questi palazzi anni Trenta disegnati dall’architetto Vittorio Ballio Morpurgo e impreziositi dai mosaici di Ferruccio Ferrazzi e dalle pitture murali di Giulio Rosso, invece che da quello del Mausoleo di Augusto e dell’Ara Pacis sembrerà trasgressione pura.

2 PALAZZO SPADA

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Intanto vale la pena ammirare la falsa prospettiva borrominiana – cosa che peraltro tentiamo con la polaroid scontando un po’ il buio e un po’ la distanza. Ma è bello il palazzo in sé (esterno e interno), è bella la Galleria che ospita. Vi sentirete un po’ giapponesi a tentare di rendere questo curioso taglio di spazio. Ma per una volta…

3 PIAZZA DELLA QUERCIA

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Visto che siete lì vicino fermatevi a guardare questa piccola piazzetta che sembra ruotare attorno a un albero. Una cosa, capirete, che per la Roma monumentale offre un bello spunto di riflessione.

4 PIAZZA DELLE VASCHETTE

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E’ bello scendere dalla bicicletta e bere. Ma ancora di più è farlo nella quiete di questa piazzetta di Borgo. Per la bellezza del luogo e anche per il suo silenzio che attira coppiette e qualche sparuto barbone. E scendere le scalette che vi separano dalla fontana dell’ACQUA ANGELICA che ora è però alimentatata dall’acquedotto “vergine”. Contrariamente alle impressioni la datazione – la leggete – è 1898.

5 LUNGOTEVERE

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E poi il Lungotevere. Ha sempre un suo fascino guardare il fiume dall’alto dei ponti. Questo è (come visto da) ponte Sant’Angelo. L’effetto è acuito dalle giornate che seguono una o più di pioggia. Quando il fiume cambia colore e si gonfia limaccioso trasportando resti di qualsiasi tipo.

Founder e direttore di "Perdersi a Roma" collabora con Il Messaggero, il Venerdì e Nuova Ecologia. Ha pubblicato libri di prose, poesie e narrativa di viaggio tra cui "Letti" (Voland), "AmoRomaPerché" (Electa-Mondadori), "La gioia del vagare senza meta" (Ediciclo), "Fùcino" (Il Sirente), "Il mondo nuovo" (Mimesis), "Andare per Saline" (Il Mulino) e "I segni sull'acqua" (D editore).