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Fratelli De Rege

Chi erano i fratelli De Rege? Un libro (“De Rege Varietà. Biografia probabile di un duo comico”) – da poco ripubblicato per Effepi Libri – dall’esperto di teatro Nicola Fano fa giustizia dell’importanza strategica di questi eroi d’avanspettacolo per la successiva comicità italiana.

La fa per le vie lasche di una biografia con beneficio di ricerca per quanto febbrile e di completamento a punti dovuti alla distanza nel tempo di questa storia italiana.

E fa, virtualmente, giustizia anche di tante figure passate sotto silenzio lontano dal clamore dei palcoscenici, magari subito dopo lo spegnersi della candela del successo e del dileguarsi del fumo che rimane per qualche tempo a impregnare l’aria nella stanza del ricordo. Ma in questo caso la mancanza è in bold.

Pochi conoscono, infatti, i De Rege, un duo clamorosamente efficace nella storia dell’avanspettacolo anni Trenta-Quaranta. Venivano da Caserta, da famiglia ricca – il padre nobile piemontese dei conti de Rege di Donato e di San Raffaele, li aveva concepiti a Caserta dove officiava come ufficiale.




Il maggiore, all’anagrafe Guido, era detto Bebè (Casagiove, 25 gennaio 1891 – Milano, 10 febbraio 1945), e il minore Giorgio, era soprannominato Ciccio (Casagiove, 19 agosto 1894 – Torino, 25 maggio 1948). Due scappati di casa, si dovrebbe dire, per la vicenda del teatro, quella dell’attrazione che da sempre promana.

Non con la felicità del padre, certo. Il capitano Alessandro – immagina Fano – forse li avrà visti a teatro ma chissà. Tutto fa fumo in questa storia. Ed è il suo bello. Questo lo potete immaginare. Mentre il racconto di Fano, che mescola stroria e leggenda oltre che impressione personale, s’innesca scopriamo che il secondo non aveva genio di teatro ma amicizia per il fratello più grande e che lo aveva semplicemente seguito in compagnia teatrale salvo farsi trovare pronto al momento in cui, per caso, si era resa necessaria una spalla per un’occasione e da lì tutto il successo casuale è venuto.

E’ una rarità sentirli, perciò, il poco che c’è su internet è da vampirizzare. Come questa registrazione.

Questa è un’altra scenetta (traccia sonora) del duo comico di Casagiove.

Ma tornando al libro di Fano, che è un diario-inchiesta interessante e accalorato, merita di essere letto per sapere che quel famoso “Vieni avanti cretino!” che molti attribuiscono a Banfi era il fiat lux dei loro spettacoli.

Citazione più chiara ancora rimane, comunque, quella più datata di Walter Chiari (in coppia con Campanini) con tanto di naso posticcio che il fratello più grande – racconta l’autore della biografia – aveva apposto al piccolo fratellino nato con una microrinia reversibile.

Morirono separati da pochi anni i De Rege. Uniti come erano vissuti: a Roma, pare in tre con l’aggiunta della moglie di Guido, il primo a morire. Il secondo con la ventura, però, della fine da tutti i teatranti sognata, quella della scena, al Teatro Reposi di Torino. Reposi in pace sarebbe da dire, salvo un necessario ricordo come in questa occasione che riapre il sipario per un giusto applauso.




Founder e direttore di "Perdersi a Roma" collabora con Il Messaggero, il Venerdì e Nuova Ecologia. Ha pubblicato libri di prose, poesie e narrativa di viaggio tra cui "Letti" (Voland), "AmoRomaPerché" (Electa-Mondadori), "La gioia del vagare senza meta" (Ediciclo), "Fùcino" (Il Sirente), "Il mondo nuovo" (Mimesis), "Andare per Saline" (Il Mulino) e "I segni sull'acqua" (D editore).