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La Coccoina non muore mai

Coccoina. Uno dei simboli dell’industria italiana, un profumo che inebria di mandorle e fecola di patate. Che incolli o meno finisce per non importare. Estraiamo dal “Immortali. Storia e gloria di oggetti leggendari” (Morellini Editore (che con l’autore ringraziamo per l’anticipazione)) il capitolo che le ha dedicato Luca Pollini (il volume è impreziosito dalle fotografie di Barbara Lei.)





Bella l’idea e bella la classificazione. Nella prefazione Tommaso Labranca – che ci ha lasciato all’improvviso – scrive: “Luca Pollini nella sua ricerca insiste sull’immutabilità del marchio che ne rappresenta il motivo dell’immortalità. Ed è vero: è l’elemento ripetuto che crea un’epoca. L’Omino coi baffi della Moka Bialetti è un elemento identificativo di un periodo e di uno stile esattamente come l’addome trilobato dei crocefissi bizantini”. Esagerato? Forse sì ma solo per mancata storicizzazione. La stessa di cui siamo grati al prefatore, esegeta di un’Italia da Carosello prima che la storia le passasse addosso globalizzandola o cercando di farlo.

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Appena la si vede non si resiste: un impulso irrefrenabile ti fa aprire subito la confezione. Una volta aperta, chiudi gli occhi e fai un’inspirazione profonda per annusarla e inebriarti. E basta quel profumo, di mandorle amare, per farci tornare indietro di anni.

Il profumo, la confezione di metallo e il pennellino sono le tre caratteristiche che hanno fatto della colla Coccoina un mito per tante generazioni. La Coccoina comincia a essere prodotta nel 1927 dall’azienda Balma, Capoduri & C di Voghera che, nell’aprile dello stesso anno, decide di presentare la sua nuova creazione alla Fiera Campionaria di Milano.

Foto (c) Barbara Lei
Foto (c) Barbara Lei

L’azienda progetta e realizza tutto con attrezzature interne, dagli imballi in cartone per stoccarla allo stesso contenitore in alluminio. Poi, con il passare degli anni, in fabbrica entrano le nuove tecnologie ma alla Balma, Capoduri & C. la formula e la produzione della Coccoina rimangono sempre le stesse.

La colla non passa mai di moda e mantiene il suo profumo e la sua confezione, un barattolino color argento con la scritta in blu-violetto che si srotola intorno e con all’interno un piccolo tubetto centrale che funge da contenitore per il pennello, indispensabile per spalmarla, un packaging sobrio e elegante, degno di un prodotto di bellezza.

Ma c’è un altro particolare del quale forse non tutti sono a conoscenza: a differenza delle altre colle, la Coccoina è ecologica e atossica. La sua formula, infatti, è a base di destrina di fecola di patate sciolta in acqua; con un’aggiunta di essenza di mandorla che le regala il classico profumo delicato.




Incolla benissimo carta, cartone e, soprattutto, le figurine. Inutile provare a incollare altri materiali come gomma, legno, plastica, vetro, ceramica, materiali dove non ha efficacia. Per quanto riguarda il pennellino, è sufficiente rimuovere la colla in eccesso prima di riporlo nel tubetto centrale ed è già pronto per le
prossime incollate.