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La politica dalle donne

La nuova politica delle donne. Il femminismo in Italia 1968-1983 (Edizioni di Storia e Letteratura) di Maude Anne Bracke. Una recensione personale.

Giorni fa pensavo ad una canzone di De André, che amo molto. Si chiama ‘Coda di Lupo’. Ad un certo punto fa “Con un cucchiaio di vetro scavo nella mia storia. Ma colpisco un po’ a casaccio perché non ho più memoria …”.

Mi è sembrata una bella metafora dell’attuale interesse verso la Storia, apparentemente in caduta libera almeno qui in Italia. Eppure l’onda lunga dell’interesse per i romanzi ambientati in altre epoche storiche perdura da qualche anno.

Romanzi che vengono letti e premiati. E allora perché sembra che la nostra memoria storica sembra sempre più marginalizzata?

Mi ricordo come la gente spalancasse gli occhi sorpresa o allarmata quando alla domanda su cosa studiassi all’università rispondevo “Scienze Storiche”. Mi guardava sorpresa, dicevo, e allarmata, soprattutto, perché sembrava una porta aperta su una strada senza uscita.

Che lavoro puoi fare se studi Storia? Ho peccato di mancanza di utilitarismo ma quegli studi hanno aperto il mio cervello i miei occhi il mio cuore. E alla luce della mia esperienza non posso che credere ancora fortemente nell’importanza della ricerca storica e della sua divulgazione.

Per questo sono rimasta semplicemente incantata da un capolavoro pubblicato recentemente da Edizioni di Storia e Letteratura ‘La nuova politica delle donne. Il femminismo in Italia 1968-1983’.

L’autrice di questo studio è Maude Anne Bracke, senior lecturer di storia moderna europea all’Università di Glasgow. Specializzata in storia sociale e politica nell’Europa del secondo Novecento, ha pubblicato numerosi articoli sul neofemminismo, dirige la rivista «Gender & History» ed è membro del Centre for Gender History all’Università di Glasgow.

Continuando con la metafora tratta da ‘Coda di Lupo’ posso dire che Bracke non ha scavato nella nostra Storia con un cucchiaio di vetro bensì con una grande pala di ferro, andando alla ricerca della radice della nostra memoria storica su quel periodo complessissimo che sono stati i ‘lunghi anni Settanta’ in Italia.

E vividamente l’opera è lo specchio di una realtà di anni troppo spesso semplificati e tristemente bollati come anni dominati dalla pars destruens di attentati e crisi economica.

L’etichetta ‘Anni di Piombo’ logorata dall’abuso non rende per niente giustizia all’enorme pars construens operata dalle donne italiane in questo decennio. È stato un prodigio l’enorme cambiamento politico e di società che costoro hanno innescato.

Un prodigio che oggi si dà pericolosamente per scontato. Attraverso l’esperienza di tre contesti cittadini differenti: Roma, Torino e Napoli Bracke cerca di abbracciare idealmente tutto il movimento (ma si dovrebbe dire tutti i movimenti visto che nel caso italiano ci sono state molte esperienze diverse).

Significative le pagine dedicate all’esperienza romana. Una puntuale geografia storica vi è tracciata tra Campo de Fiori, via Pompeo Magno, San Lorenzo e soprattutto Via del Governo Vecchio. Un percorso della memoria nella città dove la deflagrazione (in senso positivo) del movimento neofemminista è stata ancora più assordante (e per certi versi sorprendente) visto che siamo nella città che cinge le mura dello Stato Vaticano.

Un libro che tutti dovrebbero leggere. Le donne e gli uomini. Tutta la società italiana. Per non dare più nulla per scontato. Basti pensare al divorzio e all’aborto se è vero che in entrambe le questioni le donne e gli uomini sono parimenti coinvolti.

Fra l’altro la cosiddetta Legge 194 è stata approvata nel 1978. Lo stesso anno in cui è stata pubblicata ‘Coda di Lupo’ nell’album ‘Rimini’.

Laureata in storia a Bologna con tesi sul femminismo è insegnante e ricercatrice indipendente ed esperta di studi di genere.