flânerie e viaggetti

La via lattea (Alla Fattoria Latte Sano)

Quando lavoravo alla nuova edizione di “Perdersi a Roma” (libro) approfittando di un viaggio all’alba per riaccompagnare un’amica che ritornava a casa dopo le vacanze natalizie romane, sono andato a visitare gli stabilimenti della Latte Sano. La memoria di quella visita è nella nuova edizione del libro, uscita per Iacobelli nel settembre 2013. Qui racconterò il making of – soprattutto visivo – di quel racconto.

Era appena traguardata l’epifania e Fiumicino aveva l’aria pescosa che ha solo all’alba o a sera inoltrata. Io mi ero fermato dentro la macchina, lungo il canale, per far passare il tempo di andare alla Latte Sano dove avevo appuntamento per visitare lo stabilimento. A un orario un po’ meno mattiniero.

 

 

Gli allevamenti Fattoria Latte Sano sono nati nel 1949 e ad oggi, il loro latte fresco, come scrivono nel loro sito, “è l’unico, sul territorio laziale, ad essere munto esclusivamente nelle campagne romane”, percorrendo pochi chilometri, con attenzione alla preservazione dell’ambiente insistendo nella Riserva del Litorale Laziale. Il paesaggio non è cambiato molto da questa immagine tratta dal loro sito. I profili degli eucalipti che fanno molto bonifica pontina, i silos, le stalle.

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All’inizio degli anni 70 l’Azienda è stata la prima in assoluto nel Lazio ad utilizzare il contenitore in cartone e, certo voi che avete i miei stessi anni, ve la ricorderete questa immagine dall’aria vagamente “femminea” con quella stabilità cartesiana nel frigo di allora (il mio era un kelvinator con un design da ford taunus parcheggiata in cucina) e il lato smozzicato dalle forbici che poi diventava difficile da chiudere con conseguenze acide che rimembrerete anche voi.

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Il giorno in cui sono andato a visitare la fabbrica ero decisamente confuso e in preda ad un bisogno di sonno che solo nuove lenzuola avrebbero riparato (non certo il caracollare in macchina sul pontile di Fiumicino). Ma mi piace visitare le fabbriche – una delle poche gite che ammetto alla formazione scolastica, a parte il bisogno (che ora direi sorpassato) di rimanere soli con le compagne di classe in età privativa – così ho tenuto duro. E ne è valsa la pena. Il gesto più semplice e antico delle nostre colazioni ha questa complessa premessa. Anche se so che oggi il lattosio is the new heroin, la sua produzione ha qualcosa di fascinoso e meriterebbe di essere conosciuta. Poi, amici come prima o “soia come sempre”.

www.lattesano.it 




Founder e direttore di "Perdersi a Roma" collabora con Il Messaggero, il Venerdì e Nuova Ecologia. Ha pubblicato libri di prose, poesie e narrativa di viaggio tra cui "Letti" (Voland), "AmoRomaPerché" (Electa-Mondadori), "La gioia del vagare senza meta" (Ediciclo), "Fùcino" (Il Sirente), "Il mondo nuovo" (Mimesis), "Andare per Saline" (Il Mulino) e "I segni sull'acqua" (D editore).