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    Un’iniziativa urbana

    Un’iniziativa urbana. Da qualche giorno un ragazzo africano ha appoggiato a terra due cartelli come questo. Lì intorno si mette a lavorare ogni mattina spazzando le foglie di platano dal marciapiede. E raccogliendole in grossi sacchi. Oggi il marciapiede è pulito come mai prima e io penso che questo ragazzo vuole davvero cambiare la sua vita.

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    Natale a parole

    Questo che scrivi a Natale lo scrivi per sempre. Chiedi amore, preghi pace e salute per te e per altri. Soldi, case, scrivanie assistite. E amore, sempre amore, in una misura maggiore di qualsiasi altra cosa a dimostrazione che i soldi non fanno felicità. Eppure prepotenti si affacciano banconote, in mezzo alla carta stesa ad asciugare desideri verso i binari e le macchinette dei biglietti. Preghi fuori come vorresti alienare – sempre fuori – una serie di mali che pensi mortali e che sono invece stagionali anche se la stagione dura una vita. Solo una, la tua. Poca cosa nella linea del tempo. Immortale.

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    Vestire sportivo

    Vestire sportivo non è più un tema generazionale. Se lo è mai stato non lo è più. D’altro canto essere o non essere eleganti fa pendant con il carattere. E la comodità aussi. Quando riesci a sposare le due cose hai vinto. Coniugare decoro con confortevolezza è il segno di una totalizzante capacità di stare al mondo. Una cosa che a qualcuno potrebbe apparire freak o naïf – o un’altra parola poco esattamente traducibile – e invece è solo un moto del cuore.

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    Gatto rebus

    Questo “gatto rebus” sul marmo di un palazzo dice gatto e un numero. Il numero è 414 che non è neppure il numero della canzonetta. Oppure è 4/4, una frazione musicale, un tempo di battute. Di certo la pancia del gatto datato – la data dice 2016 – ha una pezzatura cifrata, un codice di accesso. Le labbra sembrano quelle di una signorina, col rossetto. Che ci fissa un po’ maliziosa prima di ripartire chissà verso quale altra avventura muraria.