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Il terribile effetto delle scarpe curative nella vita amorosa di un bambino

Il terribile effetto delle scarpe curative nella vita amorosa di un bambino da “Amarsi a Roma. Guida per cuori sbandati” (Ponte Sisto).




Il terribile effetto delle scarpe curative nella vita amorosa di un bambino

Nella triste memoria di noi bambini con le gambe arcuate, i piedi storti, le ginocchia incrociate ci sono queste scarpe brutte dall’aspetto medicamentoso. Nere e piene di lacci e di passanti che bollano problematiche ortopediche. Ci sembrava di avere una grande freccia puntata lì sotto, sui nostri piedi sfortunati da subito e avevamo l’idea che quella sfortuna mai sarebbe passata. Una freccia che noi vedevamo, che tutti sapevamo che vedevano. Si chiamavano, quelle scarpe, con nomi immediatamente dichiarativi di una inabilità e di un addestramento. “Primi passi” o giù di lì. Le calzavamo con imbarazzo. L’imbarazzo delle piccole dolci compagne delle elementari che già guardavamo e ci guardavano.

Perché i genitori non pensano (non ricordano) che si è seduttori (e sedotti) già a cinque anni? A casa ce le toglievamo, finalmente! ma era una libertà che arrivava troppo tardi. Prima avevamo parlato con una amichetta con quella vergogna che ti aveva fatto scalciare di continuo i piedi per distrarre la sua attenzione troppo insistita. I miei primi passi a Monte Sacro, sulla via Nomentana, nella scuola dove ho fatto le elementari, hanno avuto quest’onta che ora esorcizzo in un racconto come una ferita che confesso al lettore psicologo.




Founder e direttore di "Perdersi a Roma" collabora con Il Messaggero, il Venerdì e Nuova Ecologia. Ha pubblicato libri di prose, poesie e narrativa di viaggio tra cui "Letti" (Voland), "AmoRomaPerché" (Electa-Mondadori), "La gioia del vagare senza meta" (Ediciclo), "Fùcino" (Il Sirente), "Il mondo nuovo" (Mimesis), "Andare per Saline" (Il Mulino) e "I segni sull'acqua" (D editore).