invettive

Ti Inoltro tutto il mio bene

Ti inoltro tutto il mio bene. Donare sangue ma senza megafono.

“Urge sangue RH+ o – o 0 o 0+ o 0-“. Avete mai ricevuto un messaggio così? Vi è stato mai detto o siete venuti a sapere che il tal parente non potrà essere operato in mancanza di donatori di sangue? E via la chiamata al salasso? Via la fila ai pronto soccorsi per dimostrare che sì, siete disposti a fare di tutto per il tale.
Elisa Montagnoli e Riccardo Capriccioli sono due eroi di catene di Sant’Antonio. Sms prima e WhatsApp virali poi che invitano alla donazione del sangue per salvarli. Se è vero che di social si vive, di social non sempre si muore. Talvolta si sopravvive o si vive. All’insaputa degli eroi dell'”inoltra a tutti i tuoi contatti”.




La stessa Elisa ha più volte chiesto di poter smentire la notizia. Qui, ad esempio.

Sms bufala: accertatevi sempre della verità!


Eppure tira più una goccia di buoni sentimenti che litri di bontà vera, senza il tasto forward.

Emergenza sangue, emergenza terremoto, emergenza tsunami ovvero essere buoni solo quando serve. A chiamata. Creare associazioni per la raccolta di fondi, correre per la salute di quello e quell’altro. Poi, all’occasione giusta, girarsi dall’altra parte. Quando davvero potrebbe essere utile fingere di non vedere.

La bontà per come la vedo io non dovrebbe essere uno sport olimpionico. Uno spara e tutti a correre con il conto corrente in mano, l’sms. Spesso poi i patrocinatori di queste “giuste cause” sono gli stessi che non conoscono il “proporzionale” ma solo il “maggioritario” del buon cuore. Lanciano il sasso e fine. Spesso lo fanno per e non con.

Ho sempre amato la letteratura dei “cattivi sentimenti” (per me Celine, ad esempio, è una lettura edificante quanto o più di tanti florilegi di buone azioni; anche il Palahniuk degli inizi mi ha fatto ben sperare). In essa spesso trovo la risposta più naturale alla melensa e goffa santificazione della bontà d’accatto. Alla fine è meglio Pinocchio de Il Piccolo Principe anche se pure quel libro, così intriso di malinconia viscerale, è un buon viatico al corretto uso dei sentimenti.

In tv se sento piangere cambio canale. Odio le trasmissioni a tema “dolore”. Anche perché troppo spesso chi parla ride sotto i baffi. La retorica sta bene dove sta. Alla fine finisce e finisce per rendersi ridicola o sovrastimata.

Andate a donare il sangue più spesso. Senza parenti, senza sms. Fate lo stesso con i soldi. Pure all’inoltra mettete un freno. Non sempre il “cuore” fa belli.




Founder e direttore di "Perdersi a Roma" collabora con Il Messaggero, il Venerdì e Nuova Ecologia. Ha pubblicato libri di prose, poesie e narrativa di viaggio tra cui "Letti" (Voland), "AmoRomaPerché" (Electa-Mondadori), "La gioia del vagare senza meta" (Ediciclo), "Fùcino" (Il Sirente), "Il mondo nuovo" (Mimesis), "Andare per Saline" (Il Mulino) e "I segni sull'acqua" (D editore).