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Uno ad uno (un dopo Parigi fotografico)

Dopo gli attentati di Parigi, il cordoglio immediato pop up in prima pagina, abbiamo pensato che avremmo voluto scrivere qualcosa. Poi è stato detto molto. Molto e il contrario di molto. “Uno ad uno” è il titolo di questa foto di Mauro Petito, tratta dal suo progetto “De unius multiplicitate”, e c’è sembrato il modo che aspettavamo per non parlare di paure e fobie, rabbia e costernazione.

(C) Mauro Petito
(C) Mauro Petito

Passati i giorni, le salme, le camere ardenti, le caccie all’uomo e il dispiegamento di forze, le parole della politica e quelle della società civile, le statistiche della morte che – sia pure riducendo le vite a numeri – mostravano la forbice numerica tra le morti del tranquillo Occidente e quelle dell’infuocato Medio Oriente. Neppure allora era il momento. Poi ecco la foto di Mauro Petito e ci è sembrato di aver trovato lo spunto per dire qualcosa ancora attraverso essa.

Spiega il fotografo: “In questa immagine (“Uno ad uno”), scattata nel 2012, i piani uccisori/uccisi si intrecciano in un cerchio in cui la mano che dà è la stessa che riceve in una serie che più che concatenata è consequenziale. Solo che il soggetto non ricorda se è ancora quello che uccide o se non è più quello che è destinato a morire”. E questo a lui e a noi fa pensare alla catena di morte che continua a mostrare i suoi anelli.

“Stiamo mettendo in scena il nostro omicidio” ancora Petito “dove siamo vittime e carnefici. Noi, sempre noi, sempre gli stessi uccidiamo qualcuno e paghiamo i suoi figli affinché ci uccidano”.

La foto, che fa parte di un progetto artistico del fotografo napoletano, “De unius multiplicitate” per il quale Massimo Di Forti ha scritto: “In un’epoca segnata da un’intensa instabilità, l’identità del soggetto è contagiata da un’incertezza che ne esaspera la precarietà anche se può svelarne sorprendenti potenzialità. L’io, che appare oggi sulla scena sociale contemporanea, sfugge dai confini che si è dato o che gli sono stati assegnati dalle convenzioni e dagli altri soggetti sociali. La frammentazione e la crisi del soggetto suscita in genere ansie, paure, riprovazione ed è raramente accompagnata dalla accettazione di una verità finalmente rivelata. ‘De unius multiplicitate’ affronta il tema dell’identità (centrale nella riflessione filosofica, psicoanalitica e letteraria ma trascurato dalla fotografia e dalle arti visive) e la sfida della frammentazione del soggetto con una serie di immagini originali di forte impatto visivo. In una narrazione auto-analitica”.

Precisa Petito: “Mi muovo nella ricerca e prendo coscienza della complessità delle identità che lo abitano. La mia ricerca si muove da sempre intorno a quel che è stato da subito il centro del mio interesse, cioè l’uomo, con tutti i suoi tormenti, i suoi desideri e i suoi appagamenti, di cui cerco di cogliere la molteplicità delle sue personalità, individuandone istantaneamente le caratteristiche peculiari, nella relazione significativa che le lega al contesto spaziale e temporale in cui si manifestano”.

Info.
www.mauropetito.com