flânerie e viaggetti

Via Albalonga déco e tiramisù

Siete mai stati – senza saperlo – a via Albalonga?




Pompi, che a Roma è sinonimo di tiramisù, finisce per essere uno di quei luoghi da cui tutti prima o poi passano. Ed è incredibile che tale nomea gli provenga da uno di quei dessert che molti improvvisano a casa facendosi vanto della propria originale preparazione. Quando dovesse accadere, o se dovesse accadere, se sarà la vostra prima volta, ricordatevi di raggiungere da Pompi via Albalonga, una delle affluenti, a raggiera, di piazza Re di Roma.

 

Conclusa la vostra scorribanda golosa (ma non escludo che qualcuno vi abbia spedito in missione lì per portare il sacro dono a una festa, anche se ormai altri bar lo vendono marchiato “ufficialmente” in franchising e il proprietario ha lasciato la storica latteria in polemica con il municipio) uscite sulla via e percorretela fino alla sua breve fine, pur congestionata dai lavori (al momento in cui si scrive). Guardando, un po’ con il naso in su, le facce dei palazzi scoprirete dei bellissimi gessi déco. In qualche caso di recente restauro. In altri bisognosi della nitidezza originaria. Se avrete pazienza sarà bello vedere che tutto intorno a questa via gli architetti hanno impreziosito altri portoni elargendo a questo scampolo di Roma un aspetto vezzoso pur nella serialità dei condomini. Quale la ragione di questi incastonamenti? Non so rispondere.

Poco più in là, su via Etruria, vi si aprirà davanti il cortile di un grande condominio dallo stile London Calling, quinta perfetta per film ottocentesco senza bisogno di vernice ma solo dell’aggiunta delle brume. Su via Ceneda troverete invece – per restare al cinema, quello vero – la storica sede della Fonoroma, luogo in cui molti film stranieri trovano la loro versione italiana. Dal 1931, con un pedigree infinito di doppiaggi e mixaggi. Un giorno con un compagno di classe ci andammo per fare una prova di doppiaggio (che ci diceva il cervello?!) e parlammo lungamente con il grande Michele Lupo, una specie di icona vivente della voce con e senza volto della televisione dei miei tempi. Sempre su via Ceneda la Giapponeria Sakurashu dove potrete acquistare kimono, ceramiche o gadget da cartone animato.

Ma torniamo a Pompi, talmente esemplare da finire persino nel libro di Walter Siti “Resistere non serve a niente” (Rizzoli), vincitore del premio Strega 2013.

siti

“Ti pare che uno che vende il tiramisù si può chiamare Pompi?” si domanda un personaggio con l’inevitabile doppio senso. Siti è uno di quegli scrittori la cui romanità, volente o nolente, funge da macrotema con ascendenze evidenti. La sua curatela dell’opera di Pasolini nei Meridiani Mondadori sta, diremmo infatti, a tutta la sua produzione come una luce-guida, una premessa. In questo romanzo si sfida alla novità – non solo personale – di una trama innestata nel mondo della finanza. Un giovane rampante da Pietralata alla sala borse ascende dalla borgata e dalla famiglia galeotta al successo da trader. Il sesso ha, come spesso in questo autore, un ruolo centrale anche se, sorprendentemente, l’omosessualità lascia il campo all’eterosessualità. L’attualità è data, oltre che dalla disamina dei derivati, anche dal profluvio di escort, la soluzione anche amorosa alla solitudine dell’uomo di successo con poco tempo per la fisiologia e meno ancora per i sentimenti. Un libro coraggioso anche per le svolte dichiarate in apertura, in forma di captatio benevoltentiae letteraria e metaletteraria.

Da fare
Tiramisù da Pompi – Via Albalonga, 7b/9/11 – tel. 06 700 0418
Fumare il narghilè e assistere a uno spettacolo di danza del ventre da Shanti – via Albalonga, 6 – tel. 06 70451305

 

Founder e direttore di "Perdersi a Roma" collabora con Il Messaggero, il Venerdì e Nuova Ecologia. Ha pubblicato libri di prose, poesie e narrativa di viaggio tra cui "Letti" (Voland), "AmoRomaPerché" (Electa-Mondadori), "La gioia del vagare senza meta" (Ediciclo), "Fùcino" (Il Sirente), "Il mondo nuovo" (Mimesis), "Andare per Saline" (Il Mulino) e "I segni sull'acqua" (D editore).