mangiare/bere

La Baia – Fregene

Giorno feriale, nuvole basse, pranzetto quasi romantico a Fregene. A “La Baia”. Pesce e struggimento malinconico.




“La mia malinconia è tutta colpa tua” cantano i Thegiornalisti. E hanno ragione: la colpa quando non ci va tutto bene è quasi sempre degli altri. Finiamola con le ipocrisie. Sono stufa di chi giustifica comportamenti, di chi pretende che se noi siamo quello che siamo la spiegazione è solo in noi. Ve li lascio questi alambicchi amici dell’Oriente.

“È solo tua la colpa è tutta tua/ e di qualche film anni 80′/ Via via questo settembre/ voglio tornare a adorarti là” continua quella canzone del gruppo romano. Al “tua” io con piacere sostituisco un bel po’ di brutti incontri della vita. Il pezzo si chiama “Fine dell’estate”. L’estate finisce sì, finiscono gli amori. Le estati, tra l’altro, finiscono male spesso. E pure le storie. E forse, a un certo punto, finirà pure la nostra malinconia. E questo mi conforta. Non ci sarà bisogno di piangere né di piangersi addosso.

Dopo il premessone inutilmente nostalgique-philosophique, eccomi a La Baia di Fregene. A mangiare pesce, con un Manzo, e un’amica che pare molto interessata al suddetto Manzo al punto da infilarsi a tutti i costi nella partita anche se non era, direi proprio no, prevista. Ma sia io che il manzo siamo stati bravi con tatticismo alla Mou a non escluderla nonostante il pranzo fosse nato in chiave di romanticismo puro anche se non puritano. E comunque, magra schifosa (la pozzino!), non è interessata alla mensa ittica ma solo al sopradetto Manzo.

Riguardo al pranzo di pesce mi viene il ricordo di un amico – è toccata anche a me la ventura di esserne partner di tavolo (solo di tavola, sia chiaro!) – che diceva “na cena de pesce” con tutta l’aria di voler dire “e dopo non puoi dirmi di no”. Forse i no dovevano essere stati pochi perché a quanto so a orate, dentici e mazzancolle ha dilapidato una fortuna. Ma noi donne, si sa, ci piace pensare che piacere (anche ad articoli da vero regalo) è un po’ una necessità. E – secondo “ci piace pensare” – i fiori sono un po’ superati (a casa stiamo meno).

De “La Baia” me ne hanno parlato talmente bene che sto alta. Punto a un sette e mezzo. Mi aspetto, spero, sogno. Così mi costruisco – ecco di nuovo la ragione della fine dell’estate e degli amori – l’idea di qualcosa che la perfezione non può conoscere. Ad esempio, le vongole sono buone ma non potranno sempre avere la fragranza che ricordiamo di quella volta lì. Ma lo spaghetto è cotto alla perfezione e questo vale doppio. Vale anche in toto per la passatina di ceci con polpo verace (applaudo!), vale per il pane fatto da loro (una specie di pagnotta addolcita di consistenza pan di spagna – raro nella mania dei cestelli tutti uguali con pizze e grissini fatti a mano… che, va detto, adoro). E vale anche per la tagliata di tonno con cipolle rosse. Poi, che dire, io mi sciolgo per l’abbinamento pesce pinoli.

Il locale è semplice, da trattoria bordo mare vecchia maniera, tipo un doppio dehor. I proprietari e i camerieri sono gentili, sorridenti. Sapete, io ci bado molto a questo. Quando vedo camerieri scontenti e ringhiosi capisco che il locale non è un granché. Se uno tratta male i camerieri – parlo dei titolari – poi quelli ti trattano male. E’ l’eterna catena del samsara, diciamo così. Io amo quei locali dove tutti stanno bene. E daglieli, mi dico, Ilenia (come se fossi io la proprietaria) du spicci! Quando vedo camerieri infelici, insomma, penso che, anche se non si mangia male, non c’è da fidarsi.

Non è il caso de “La Baia” e questo un mezzo punto in più lo merita. Per il resto aspettiamo l’estate.

La Baia, via Silvi Marina 1, Fregene – tel. 0666561647.

Gustologa o una "che fa cose e che vede gente...nei locali" come ama definire le sue recensioni un po' situazioniste di ristoranti e bar.