life style

Andar per mari a cercar tesori

Andar per mari a cercar tesori: Corto Maltese e Hugo Pratt. Una mostra a Bologna, il viaggio e me.




Volevo scrivere di questa mostra che ho visto a Bologna la città dove mi piace dire che ho ancora sempre un piede. Di sicuro è ancora lì una parte della mia mente. E’ lì che è iniziata la mia esperienza di flâneuse diventata poi attività da professionista nell’enormità di Roma. La mostra è “Hugo Pratt e Corto Maltese. 50 anni di viaggi nel mito”.

Lo so, la mostra finisce a breve (il 19 marzo) e ne sto consigliando una visione in extremis. Ma che colpa ne ho io? Io pure ci sono andata tardi. Ma Bologna è a un tiro di schioppo. Saltate su un treno proprio in questo momento e ite!




Volevo scrivere di questa mostra, dicevo, e mi sono tornate in mente le parole della mia insegnante di italiano delle scuole elementari.

Lei invitava la sua piccola platea di marmocchi fondamentalmente a fare due cose nella vita: 1) leggere per diventare un pozzo di scienza; 2) chiudere gli occhi e usare l’immaginazione per viaggiare.

Ho sempre portato dentro di me questi due consigli considerandoli come il mio punto fermo. Abitavo in un buco di mondo di provincia e l’ho presa dannatamente sul serio! L’applicazione di questi due consigli non mi ha mai fatto sentire veramente sola o veramente annoiata.

Ehi non sono diventata un pozzo di scienza ma grazie ai libri e alla mia immaginazione ho viaggiato moltissimo dai sei anni in su. E la mia mente dall’imbuto della provincia si è spalancata.

Sono nata ai piedi della montagna ma amo tantissimo il mare. E sono stata per mari a caccia di avventura e a spasso nella storia di inizio ‘900 dentro gli albi di questa letteratura disegnata.

La mostra, invece, mi ha fatto viaggiare tanto a galoppo della vita di Hugo Pratt densa di viaggi, avventure e vita vissuta e goduta come il suo personaggio letterario principale. Ma anche una vita segnata dai libri che hanno costituito il patrimonio di partenza di questo immaginario fervido. Lo stesso che trovo in queste sale con il sonoro in loop di un’animazione che mi riprometto di cercare e vedere.

Zane Gray, Jack London (oltre a Stevenson, Melville e Conrad), Curwood, Kipling… Ma anche i poeti: Yeats, Coleridge… ma anche Rimbaud. E non ci scordiamo Shakespeare.




L’ultimo regalo che il padre gli fa prima di essere rinchiuso in un campo di prigionia dai britannici in Africa è una copia de “L’isola del tesoro” di Stevenson dicendogli “Vedrai che un giorno anche tu troverai la tua isola del tesoro”. E Pratt ne disse in un’intervista: “Mio padre aveva ragione, l’ho trovata la mia isola del tesoro. L’ho trovata nel mio mondo interno, nei miei incontri, nel mio lavoro. Trascorrere la vita in un mondo di fantasia, questa è stata la mia isola del tesoro”.

Questo non è un articolo sulla mostra. E nemmeno su Corto Maltese o su Pratt.
Sono piuttosto note a margine della mostra. Un espediente per parlare ancora del viaggio. Reale o immaginario che sia… Cosa importa?




Laureata in storia a Bologna con tesi sul femminismo è insegnante e ricercatrice indipendente ed esperta di studi di genere.