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Il Giubileo con due B. Un post lungo un anno

E, alla fine, il Giubileo è finito. Una straordinarietà liturgica accompagnata anche da una ventata di novità pontificale che non ha risparmiato anatemi e IMU, perdoni e aperture. #lavoltabuona avrebbe ashtaggato qualcuno. Questa volta il Giubileo ha davvero avuto due B.




La fine, infine.
Un articolo su “Roma Today” fa il triste bilancio dei lavori rimasti solo in premessa o promessa: bagni pubblici, ostelli, restyling del Parco Colle Oppio, la chiusura dell’anello ferroviario, eccetera eccetera eccetera. Leggiamo: “Si chiude il Giubileo della Misericordia. Avrebbe dovuto e potuto cambiare il volto della Capitale. Era stato annunciato, soprattutto dopo l’addio di Marino, come una replica dell’Expo che ha cambiato il volto di Milano. Il lascito dell’Anno Santo è invece assolutamente negativo da un punto di vista infrastrutturale”.

20 novembre 2016.
Alle 9,58 minuti papa Francesco chiude i gravi battenti della Porta Santa della basilica di San Pietro. Seguirà muratura. Nell’Angelus il pontefice, nel ringraziare tutti quelli che hanno contribuito al Giubileo (tra gli altri Renzi e Mattarella), ha detto, tra l’altro: “Desidero salutare cordialmente tutti voi, che da vari Paesi siete venuti per la chiusura della Porta Santa della Basilica di San Pietro. La Vergine Maria ci aiuti tutti a conservare nel cuore e a far fruttificare i doni spirituali del Giubileo della Misericordia” E: “Anche se si chiude la Porta santa, rimane sempre spalancata per noi la vera porta della misericordia, che è il Cuore di Cristo. Dal costato squarciato del Risorto scaturiscono fino alla fine dei tempi la misericordia, la consolazione e la speranza”.

Appelli disattesi.
Mentre papa Francesco incita più volte alla soluzione e alla diversa attenzione al tema dell’altro “migrante”, continuano gli sbarchi e le disattenzioni verso il tema. L’Italia, ma pure Roma che annuncia provvedimenti risolutivi ma poi lascia degradare senza soluzioni il tema Baobab, il centro di prima accoglienza chiuso e poi lasciato a un volontarismo che poco può di fronte all’emergenza. La risposta al volontarismo e all’appello del papa (“è una bancarotta dell’umanità”) è lo sgombero: una rotta dell’umanità. Eppure il 16 aprile, sull’isola di Lesbo, insieme al patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo, aveva rivolto un appello alla Ue: “Sia solidale con i migranti”.




The Young Pope.
Morto un papa, si dice, se ne fa un altro. Ma l’altro non è sempre quello che avremmo voluto. Il tema è al centro di “The Young Pope” intelligente fiction seriale del premio oscar Sorrentino. Più che un tema – ché i temi sono tanti: la fede e le crisi di fede, e tentazioni, gli intrighi, la santità, la nostalgia dell’infanzia, l’abbandono, la solitudine eccetera eccetera eccetera – un incipit prblematico che a cascata tiene insieme una personalità a tutto tondo. Moderna, metrosexual, manierosa, manichea. Uno strano incrocio di rivoluzione e restaurazione accompagnate da immagini oniriche e simbolismi.

Delinquere meno e accogliere di più.
Ci sono stati “Meno reati durante l’Anno Santo” ha dichiarato Giovanni Battista Scali, dirigente della Questura di Roma. Un successo dovuto all’impiego di un maggior numero di agenti. Gli stessi che ora Milano e Torino per voce dei loro sindaci richiamano a gran voce in una staffetta anti-crimine. Nonostante il contatore che appare sul sito ufficiale del giubileo segnali più di 20 milioni di presenze goiubilari a Roma la Federalberghi lamenta un quasi nullo aumento dei visitatori romani paragonato agli anni precedenti.

Dopo il Giubileo ragazzi quello dei pellegrini.
Nell’anniversario della prima Apparizione della Vergine Maria ai tre pastorelli, avvenuta il 13 maggio del 1917, si svolgerà il Giubileo nazionale del pellegrino dell’Opera Romana Pellegrinaggi. Quest’anno coincide con l’Anno Santo della Misericordia indetto da Papa Francesco. Più di mille i pellegrini a prendere parte alla XII edizione di questo atteso appuntamento che si svolgerà nella Basilica di San Giovanni in Laterano, “la Madre di tutte le Chiese di Roma e del mondo”.

Viaggi giubilari.
Tanti i viaggi e gli incontri giubilari del papa. Il 29 luglio Francesco prega al cancello di ingresso del lager di Auschwitz. Poi in Armenia dice il suo no al genocidio. Visita la comunià ebraica a Roma. Poi c’è Cuba, il Messico, l’Africa. Gl’incontri con i capi delle altre confessioni in un ecumenismo senza soluzione di mappabilità.

Cammini giubilari.
Fervono siti per indirizzare i pellegrini questo è quello di Roma per il Giubileo: romaperilgiubileo

Teresa.
Il 4 settembre papa Francesco – non incline al ridimensionamento delle devozioni – canonizza Madre Teresa di Calcutta. Roma nel weekend non conosce angoli silenziosi e liberi. I tanti pellegrini formano poi una folla enorme di fedeli in piazza San Pietro. Con Padre Pio e Madre Teresa il Giubileo conosce il clamore del successo di due delle cattostar tra le più acclamate e venerate, per due riusciti eventi clamorosamente e definitivamente pop.




Totalizzatore.
I pellegrini arrivati a Roma in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia hanno superato quota sei milioni. Il sito ufficiale dell’Anno Santo, coordinato dal Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione, nel suo ultimo aggiornamento fornisce infatti la cifra di 6.183.256 fedeli, tenendo conto di quanti si sono registrati da tutto il mondo per partecipare agli eventi giubilari romani e per attraversare la Porta Santa di San Pietro.

Indulgenza.
Per chi si sta chiedendo come si ottenga l’indulgenza plenaria un articolo chiarificatore. Questo.
Un estratto utile: “Secondo la costituzione apostolica Indulgentiarum doctrina, per ottenere l’indulgenza plenaria è necessario eseguire l’opera indulgenziata e adempiere tre condizioni: il sacramento della Riconciliazione, la partecipazione all’Eucaristia e la preghiera secondo le intenzioni del Papa. Le tre condizioni, si precisa, “possono essere adempiute parecchi giorni prima o dopo di aver compiuto l’opera prescritta; tuttavia conviene che la comunione e la preghiera secondo le intenzioni del sommo pontefice siano fatte nello stesso giorno, in cui si compie l’opera”.

Il pre-Giubileo 1950.

Varchi.
Installate supertelecamere per superpullman scopo evitare ingorghi giubilari. Il piano vale 2,7 milioni di euro. Si tratta di 21 varchi ZTL1.

LIS.
Il Giubileo nella lingua dei segni.

L’altro santo, Mandic.
Con Padre Pio sono arrivate a Roma le spoglie sante di Leopoldo da Castelnuovo (alias Bogdan Ivan Mandić) nato a Castelnuovo di Cattaro il 12 maggio 1866e morto a Padova il 30 luglio 1942. Religioso e presbitero croato dell’Ordine dei cappuccini è stato proclamato santo da papa Giovanni Paolo II nel 1983 per le sue doti di “confessore” e, in questo – come peraltro nelle doti di San Pio – si spiega l’invito di Papa Francesco alla presenza e all’omaggio dei pellegrini in questa occasione.

Il viaggio di Padre Pio.
Il trasferimento temporaneo (periodo tra 2 e 16 febbraio 2016) delle reliquie del corpo di San Pio (alias padre Pio alias Francesco Forgione) da San Giovanni Rotondo a Roma, per il Giubileo della Misericordia ha avuto già le sue prime tappe. Il 2 febbraio, la traslazione delle reliquie dalla cripta presso la chiesa superiore. Il giorno successivo partenza alla volta della Capitale, attraversando il Comune di San Marco in Lamis dove il corteo si è fermato in preghiera. Dopo la Basilica a Roma di San Lorenzo Fuori le Mura e il bagno di 5 mila fedeli è passato a San Salvatore in Lauro, Poi sarà a San Pietro dal 5 all’11. Poi il viaggio di ritorno. Dopo aver sostato a Pietrelcina, paese natale di San Pio e a Benevento, nel giorno di San Valentino le reliquie saranno esposte alla venerazione dei fedeli a Foggia presso la Chiesa di Sant’Anna, per poi essere riportate a San Giovanni Rotondo dove sosteranno presso l’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza fino al 16 febbraio, quando saranno traslate presso la cripta della chiesa di San Pio.

Acqua santa.
Una pubblicità di un primario gruppo di acque minerali riporta in una pubblicità tutta “vaticana” una didascalia: “Il Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione ha riconosciuto al (omissis) il diritto di utilizzare in via esclusiva la qualifica di Acqua Ufficiale del Giubileo allo scopo di sostenere molte delle iniziative previste per tutta la durata dell’Anno Santo Straordinario”.




Formare confessori.
Da Radio Vaticana: “Un tempo la confessione ricadeva più in una metafora di tipo giudiziale che poteva supportare atteggiamenti inquisitori da parte del sacerdote. Ora, anche se è ormai diffusamente acquisito, bisogna sempre ricordarsi che il richiamo alla concretezza è giusto perché quanto più c’è concretezza tanto più il perdono mette radici e ci sana”. Lo sostiene Don Luigi Girardi, Preside dell’Istituto di Liturgia Pastorale S. Giustina (PD) che così continua: “Soprattutto in questo anno giubilare c’è un lavoro specifico da fare sui confessori perché possano esercitare bene il loro ministero. Non è un invito a chiudere gli occhi ma anzi ad aprirli di più sia sulla nostra vita sia per scorgere là dentro lo sguardo di Dio. Il sacerdote è un compagno di strada, testimone nella Chiesa dell’annuncio di Gesù e quindi necessario perché sia testimone anche del nostro bisogno di essere perdonati”.

Mambo del Giubileo.
Forse non molti ricordano questo brano del Piotta “Tequila o Mambo del Giubileo” tratto dal suo disco del 2000 “Democrazia del microfono”.




Il pre-Giubileo.
Sul Domenicale de “Il Sole 24 Ore” domenica 10 gennaio un articolo di Lorenzo Tomasin fa notare che il Giubileo straordinario cattolico “finisce curiosamente per coincidere” e anticipa il Jubilaum luterano atteso per il 2017 al cinquecentenario delle tesi luterane. Gioco d’anticipo? Coincidenza?

Vendere a etti.
Roberto Benigni nel corso della presentazione in Vaticano de “Il nome di Dio è Misericordia”, il libro-intervista a Papa Francesco il 12 gennaio ha detto: “Il papa cammina e non si ferma mai, sembra faticare e fatica, sta tirando tutta la Chiesa verso il cristianesimo, verso il vangelo, verso Gesù. Lo fa attraverso la Misericordia. Francesco ne è pieno, la prende a piene mani in mezzo agli ultimi degli ultimi, la potrebbe vendere ad etti. Vuoi un etto di misericordia? Lui te la dà”.

Tutto si paga.
Sul “Corriere della Sera” Manuela Melati, che lamenta in una sua inchiesta la caccia ai bisogni primi del turista giubilare (fino alla coesistenza di alimentari e toilet), scrive: “Trolley, borse, zaini e buste della spesa sono bagagli che spesso non trovano posto nei bed & breakfast, affittacamere e case famiglia, che di solito effettuano il checkout alle 11 di mattina. I turisti che partono il pomeriggio o la sera, possono depositare i bagagli con meno di 10 euro per l’intera giornata”.

Gesù, gratis.
Dall’Osservatore Romano del 17 dicembre:”La salvezza non si paga. La salvezza non si compra. La Porta è Gesù, e Gesù è gratis!”. Tornando a parlare del giubileo all’udienza generale di mercoledì 16 dicembre, Papa Francesco ha raccomandato ai fedeli presenti in piazza San Pietro di accostarsi al sacramento della confessione e di attraversare con fede le porte sante che in questo anno sono vere e proprie porte della misericordia”.

Monito(are).
Nella rubrica “Monitor” (l’Unità di domenica 13 dicembre) Enzo Risso, direttore scientifico di SWG riassume: “La netta maggioranza dell’opinione pubblica (circa i due terzi) ritiene infatti che la Chiesa abbia perso negli ultimi trent’anni, il senso e il valore della misericordia (…) Metà degli italiani ritiene inoltre il pontificato di papa Francesco più misericordioso (…) Per il 70% dell’opinione pubblica, infatti, il Giubileo è un’occasione per ridare importanza a un tema ormai dimenticato: l’amore per gli altri”.




San Giovanni e il denaro.
Il papa apre la porta di san Giovanni in Laterano e lancia un monito contro “l’arroganza dei governanti” durante il rito nella seconda basilica papale, sede del vicariato di Roma: “Davanti a soprusi non prevalga la stanchezza: Dio libererà il suo popolo”. Nell’Angelus nuovo richiamo: “Non estorcere denaro a nessuno”. Negli stessi giorni si aprono anche le porte sante di tante cattedrali del mondo.


Il 1933 e San Giovanni.


Negozi in festa.

Il Giubileo sembra aver dato più linfa agli acquisti commerciali che alle visite. Alberghi in contrazione insomma e casse di shopping a tutta randa.

The day after
“il manifesto” il 9 titola “Porta chiusa” e sotto “L’organizzazione internazionale Human Right Watch denuncia: commando di uomini con passamontagna dalla Turchia speronano i barconi dei migranti”.

Tweet.
Sempre l’8 il papa tuitta “Che il Giubileo della Misericordia porti a tutti la bontà e la tenerezza di Dio!”

Omelia della porta santa.
Nell’omelia dell’apertura l’8 dicembre si conclude con queste parole: “Oggi, qui a Roma e in tutte le diocesi del mondo, varcando la Porta Santa vogliamo anche ricordare un’altra porta che, cinquant’anni fa, i Padri del Concilio Vaticano II spalancarono verso il mondo. Questa scadenza non può essere ricordata solo per la ricchezza dei documenti prodotti, che fino ai nostri giorni permettono di verificare il grande progresso compiuto nella fede. In primo luogo, però, il Concilio è stato un incontro. Un vero incontro tra la Chiesa e gli uomini del nostro tempo. Un incontro segnato dalla forza dello Spirito che spingeva la sua Chiesa ad uscire dalle secche che per molti anni l’avevano rinchiusa in sé stessa, per riprendere con entusiasmo il cammino missionario. Era la ripresa di un percorso per andare incontro ad ogni uomo là dove vive: nella sua città, nella sua casa, nel luogo di lavoro… dovunque c’è una persona, là la Chiesa è chiamata a raggiungerla per portare la gioia del Vangelo e portare la misericordia e il perdono di Dio. Una spinta missionaria, dunque, che dopo questi decenni riprendiamo con la stessa forza e lo stesso entusiasmo. Il Giubileo ci provoca a questa apertura e ci obbliga a non trascurare lo spirito emerso dal Vaticano II, quello del Samaritano, come ricordò il beato Paolo VI a conclusione del Concilio. Attraversare oggi la Porta Santa ci impegni a fare nostra la misericordia del buon samaritano”.

Franco paradosso.
Massimo Franco apre l’inserto Giubileo del “Corriere della Sera” e scrive in conclusione del suo articolo: “La Roma ‘città aperta alla religione’ e al dialogo che Francesco propone è contraddetta dalle timidezze di un episcopato disorientato; e tentato di osservare le mosse papali più che di sostenerle. Non si può sottovalutare lo iato tra un pontefice profetico, acclamato dalle folle, e una Roma vaticana che continua a produrre scandali senza sosta; e coinvolgere perfino alcune delle persone scelte da Bergoglio”.

The popular pope.
Mentre continua il VaticanLeaks la popolarità del papa non dà cenno di decrescita, specie nel mondo anglosassone. La testimonianza la offrono anche segnali ilari e talvolta feticistici come questo tostapane che sviluppa una sorta di sindone sul toast.




tostapapa
http://www.toastthepope.com/

E questo generatore di insulti casuale di papa Francesco.
http://retrocatholic.com/cgi/insult
L’insulto che mi apre è questo: “Curial Ailment #1: Feeling immortal, immune or indispensable. A Curia that doesn’t criticise itself, that doesn’t update itself, that doesn’t seek to improve itself is a sick body”.

Due papi, una porta.
Il Vaticano ha fatto sapere che all’apertura della porta santa dell’8 dicembre sarà presente anche Ratzinger.

Allerta 4 e sala gestione.
I giornali del 3 dicembre non senza allarmismi parlano di Allerta 4 nell’attesa dell’apertura giubilare ufficiale (dopo quella ufficiosa di Bangui).
Intanto il prefetto Gabrielli inaugurando la sala Gestione ha dichiarato: “Non ci aspettiamo flussi eccezionali. Attesi a San Pietro circa 50mila pellegrini”.

Apertura porta santa in Africa.
Alla apertura della Porta Santa a Bangui il papa ha così iniziato la sua omelia: “Oggi Bangui diviene la capitale spirituale del mondo. L’Anno Santo della Misericordia viene in anticipo in questa Terra. Una terra che soffre da diversi anni la guerra e l’odio, l’incomprensione, la mancanza di pace. Ma in questa terra sofferente ci sono anche tutti i Paesi che stanno passando attraverso la croce della guerra. Bangui diviene la capitale spirituale della preghiera per la misericordia del Padre. Tutti noi chiediamo pace, misericordia, riconciliazione, perdono, amore. Per Bangui, per tutta la Repubblica Centrafricana, per tutto il mondo, per i Paesi che soffrono la guerra chiediamo la pace! E tutti insieme chiediamo amore e pace. Tutti insieme! (in lingua sango) “Doyé Siriri!” [tutti ripetono: “Doyé Siriri!”].
Il resto del testo qui.

Paure.
Un sondaggio dice al 25 di novembre che l’83% dei romani teme attentati nel Giubileo.
Quattro nuovi cantieri riqualificano il verde: Colle Oppio, Appia Antica da Porta San Sebastiano a Cecilia Metella, piazza della Repubblica, Mole Adriana, Parco Schuster e San Giovanni.
Nasce InfoGiubileo, notiziario radio e video.

Macario e Fabrizi in un Giubileo Cinegiornale.




Salute.
Il 24 novembre l’Accademia Internazionale per lo Sviluppo Economico e Sociale ha organizzato una Conferenza dal titolo“La Sanità al tempo del Giubileo tra tecnologia e nuovo umanesimo” alla presenza del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

Recognitio.
Il 17 novembre è avvenuta la ricognizione in vista del Giubileo della Misericordia con l’estrazione dal muro dei documenti relativi all’ultimo Anno Santo, quello del 2000. Le storie riportano che quarant’anni fa Paolo VI venisse sfiorato dai calcinacci. Quattro sampietrini l’hanno estratta dal muro questa volta senza incidenti.

Alberghi.
Qualche giorno dopo gli attentati parigini le associazioni alberghiere lamentano un calo nettissimo delle prenotazioni per il Giubileo.

Allerta.
Rai News titola: “Allerta terrorismo, si teme per il giubileo. Roma blindata dall’esercito con 700 soldati in più Scatta il piano sicurezza del Viminale per l’Anno Santo che inizierà l’8 dicembre: operativi centinaia di militari in più e mezzi per presidiare 94 obiettivi sensibili della città eterna”.

Petrarca.
Al Giubileo secondo (1350) fu presente anche Petrarca che ne scrive diverse volte nelle “Familiares” facendo riferimento a motivi di raggiunta conversione e purificazione.

Sanificazione.
Dal sito dell’AMA (l’azienda per i servizi ambientali del Comune di Roma): “Ama comunica che, dalla notte di domenica 15 novembre, è partito il terzo intervento di pulizia, diserbo, lavaggio e sanificazione lungo via Appia, previsto nel piano di pulizia straordinario mensile delle consolari e dei percorsi giubilari scattato a settembre”.

Isis e Giubileo.
Due giorni dopo gli attacchi dell’Isis a Parigi del 13 novembre Monsignor Fisichella dichiara al Corsera: “Mai come ora abbiamo bisogno del Giubileo”.




Cantieri.
Il 9 novembre “Leggo” titola “Giubileo. Cantieri al palo” e spiega “Ultimati solo i lavori attorno alla stazione Termini”.

Post Vatileaks.
L’8 novembre all’Angelus il papa legge compitando questo passo: “Io stesso avevo chiesto di fare quello studio e quei documenti io e i miei collaboratori li conosciamo bene. In conseguenza di quello studio sono state prese misure che hanno cominciato a dare dei frutti alcuni anche visibili”.

Il Giubileo 1950.

Biani, Messina, Giubileo.
Mauro Biani su “il manifesto” del 7 novembre fa dire a due suoi personaggi nella vignetta: “Come possiamo fare per risolvere Messina?” – “Facciamoci un Giubileo straordinario e commissariamo Accorinti”.

Porte sante.
La Porta Santa è la porta di una Basilica che viene murata e aperta solo in occasione di un Giubileo. Attraversando la Porta Santa si ottiene l’indulgenza plenaria. La prima Porta Santa del mondo è contenuta nella Basilica di Collemaggio a L’Aquila. Nel capoluogo abruzzese si tiene ogni anno un Giubileo, la Perdonanza. A Roma, hanno una Porta Santa anche le basiliche di San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le mura e Santa Maria Maggiore. Oltre alle quattro basiliche romane, sono luoghi di pellegrinaggio a Roma per ottenere l’indulgenza giubilare anche San Lorenzo fuori le Mura, Santa Croce in Gerusalemme e San Sebastiano fuori le Mura, nonché il Santuario del Divino Amore e la chiesa di Santo Spirito in Sassia (“Santuario della Divina Misericordia”).
da http://www.giubileopapafrancesco.it

Serpenti e agenti.
4 novembre. Il papa cita i “serpenti velenosi” che aggredivano il popolo in cammino. Alfano parla dell’assunzione di 2.500 unità delle forze di polizia per il Giubileo ma precisa che Roma non diventerà una “città militarizzata”.

Vatileaks.
L’anticipazione del libro del giornalista de “L’Espresso” Emiliano Fittipaldi evidenzia che dei soldi destinati a bambini svantaggiati sono andati per la ristrutturazione dell’attico di Bertone”. Per la fuga di notizie a favore di questo libro e di quello del bestsellerista Nuzzi finiscono in carcere monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, legato all’Opus Dei, e Francesca Immacolata Chaouqui – lobbista poi rilasciata perché collaborativa. Rischiano da 4 a 8 anni di reclusione.
Nei particolari delle cifre (utile infografica di “Leggo” il 4 novembre): un sottolavello 4.600€, vestiti su misura e molti voli business.




Duecento milioni.
Scrive Tommaso Labate il 2 novembre sul “Corriere della Sera” che saranno duecento i milioni stanziati per Roma e il Giubileo “a cui andrà aggiunto un altro piccolo tesoretto che l’ex vicesindaco Marco Causi sta provando a individuare nelle voci del bilancio del Campidoglio per sottoporlo all’attenzione del commissario Paolo Francesco Tronca e del prefetto Franco Gabrielli. Ora che la tragica uscita di scena di Ignazio Marino si è consumata, Matteo Renzi vuole «riprendersi» la Capitale”.

La porta dell’Africa.
Papa Francesco durante l’Angelus del 1 novembre annuncia che aprirà la prima porta santa del Giubileo straordinario della misericordia in Africa il 29 novembre prossimo nella cattedrale di Bangui, durante il suo viaggio nella Repubblica Centrafricana.

Francesco/Tronca.
La domenica 1 novembre davanti al cimitero del Verano Papa Francesco stringe la mano augurando al commissario prefettizio Francesco Tronca buon lavoro.

Pane del pellegrino.
Dall’8 dicembre 40 panificatori romani venderanno anche in forma di sospeso (come il caffè napoletano) il pane del pellegrino con il TAU disegnato sopra. Le farine provengono dall’area locale laziale (Ciciliano, Cerveteri ecc.).


Più veloci dei cervi.

Nel 1824 il venerabile padre Francesco Marchese nel suo “Il pellegrino istruito distribuito in quindici giornate da farsi nel viaggio delle quattro basiliche” invita: “Correte dunque, o anime, in tempo così opportuno di misericordia, assai più veloci de’ cervi a questo pienissimo fonte di salute, in cui immergendovi sanerete immantinente le mortali ferite delle anime vostre”.

Cantone, Pisapia e i modelli.
Alla consegna del sigillo della città di Milano, in trasferta, Cantone ha parlato di Roma e della inesportabilità del modello “sinergico” della città meneghina, ritornata ad essere “capitale morale” d’Italia. Sul Giubileo ha dichiarato le difficoltà incontrate. Il sindaco Pisapia sul Giubileo ha consigliato a Roma di ispirarsi al modello di Milano.

Fai da te.
Un barista di Prati, stanco delle tante indicazioni richieste dai pellegrini, ha inchiodato all’albero di fronte un cartello fatto da sé con la direzione per il Vaticano.

Vecchi inni, alme città.
Questo l’inno del 1950. Cantato da Marco Mauri, (Ruccione-Turi). Disco per l’anno santo 1950. Giubileo 1950. Disco C.E.I. ,n° A.C.I. 103.

Quel Giubileo fù indetto l’anno prima dalla bolal di Pio XII che così iniziava: “Il grande Giubileo, che si celebrerà nel prossimo anno in questa Alma Città, si propone principalmente di richiamare tutti i cristiani non solo all’espiazione delle loro colpe e all’emendazione della loro vita, ma anche a tendere alla virtù e alla santità, secondo il detto: « Santificatevi e siate santi, perché io sono il Signore Dio vostro»”.

Fisichella e i ritardi.
“Giubileo 2015, monsignor Fisichella: “Ritardi, fra poco dovrò parlare”
così il 22 ottobre “Giornalettismo” titola un pezzo di Tommaso Caldarelli. Che segue: “Ritardi, cantieri che non aprono, problemi in Campidoglio: “Continuano a rassicurarmi”, dice il prelato: “Aspetto ancora qualche giorno”.”

Seicento ergastolani.
Seicento ergastolani italiani scrivono al Papa in vista del Giubileo straordinario della Misericordia, denunciando che il carcere a vita “è disumano”. L’iniziativa è stata presa dall’ergastolano Giovanni Lentini, 41 anni, un calabrese di Crotone, che sta scontando la pena per omicidio a Fossombrone. La notizia viene da “Avvenire” del 22 ottobre che la filtra da “Il Crotonese”.




Suburra.
Nelle sale il film “Suburra”, intreccio tra malavita bassa (zingari), malavita media (gli ex Banda della Magliana ripuliti), malavita alta (classe politica con gangli nelle istituzioni religiose). Il film si apre con un papa in crisi e in odore di dimissioni.

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Franco, Sinodo (e Giannelli).
Il Sinodo è bollato dal vignettista del “Corriere della Sera” (il 20 ottobre) con un papa che ammonisce “La salute prima di tutto”. Il 24 ottobre Massimo Franco, stesse colonne, scrive: “La sensazione è che l’assemblea sulla famiglia possa chiudersi con un simulacro di accordo”.

Il Papa malato e le smentite.
Il “Quotidiano nazionale” il 21 ottobre titola: “Il Papa ha un tumore al cervello. Ma i medici dicono che è curabile”. E spiega: “Scoperta mesi fa una piccola macchia scura nel cervello. Papa Francesco è seguito dal professor Fukushima della clinica San Rossore a Pisa. Per il luminare giapponese non servirebbe l’intervento chirurgico”. Padre Lombardi smentisce e il direttore del quotidiano Andrea Cangini replica: “La smentita è comprensibile ed era attesa. Abbiamo a lungo tenuta ferma la notizia per fare tutte le verifiche del caso, non abbiamo il minimo dubbio sulla sua fondatezza. Ci siamo seriamente interrogati se pubblicarla o meno. Abbiamo ritenuto che quel che a nostro avviso vale per un capo di Stato o di governo valga anche per il Papa: l’enorme responsabilità pubblica di cui queste personalità sono gravate ci porta a credere che il diritto dell’opinione pubblica ad essere informata sia più importante del diritto alla riservatezza”.
In un tweet l’account del papa ‏@Pontifex_it all’01:20 del 20 ott 2015 aveva ammonito “La corruzione è un cancro che distrugge la società”.
Nei giorni successivi la smentita del medico giapponese, presunto curante.

Roma prontissima.
Su “Metro” il 20 ottobre (nonostante le dimissioni di Marino e la vacanza del sindaco) il cardinale vicario di Roma Agostino Vallini dice che Roma è prontissima. Annuncia gli itinerari (sulle tre chiese giubilari: San Salvatore in Lauro, Santa Maria in Vallicella, San Giovanni Battista dei Fiorentini) e la Omnia card con la APP per le visite.

Roma, Il Giubileo ai tempi dell’Isis.
Su “Leggo” il 19 ottobre Franco Gabrielli lancia l’allerta terrorismo. Le forze di polizia garantiscono 1500 militari.”.

Roma, AS Roma, Famiglia.
Su “Roma Today” il 12 ottobre la Roma annuncia che organizzerà la ‘Festa della Famiglia’, che si svolgerà il 3 settembre 2016 allo stadio Olimpico, in coincidenza con il Giubileo Straordinario della Misericordia. Che nello stesso giorno titola: “Diocesi di Roma: la “Lettera alla Città” alla vigilia del Giubileo straordinario della Misericordia, messaggio a classe politica nella ‘Lettera alla città’: “Serve scossa”.

Controlli.
“I controlli per l’Anno Santo sono molto più complicati di quelli dell’Expo. Lì avevo interlocutori precisi” ha detto Cantone. La dichiarazione la trovo sul sito “Giornalettismo” del 2 ottobre




Marino e le sfide.
“Voglio che ci concentriamo sulle sfide vere della nostra città sul Giubileo che abbiamo davanti” ha detto Ignazio Marino poco prima di dimettersi in un video-messaggio pubblicato da “Corriere Tv”.

Niente scioperi!.
Francesca Ortolani, dalle colonne di “Leggo” dell’8 settembre riporta estratti della l’Authority , che annuncia una stretta sugli scioperi durante il Giubileo: niente scioperi nei giorni in cui sono in programma i grandi eventi dell’Anno Santo (al momento una ventina in calendario, come riporta il sito del Comune).

Affari.
Nell’articolo “Con il turismo religioso affari per 3,6 miliardi” di Andrea Gualtieri nello speciale di Repubblica/Espresso “Tra pellegrini e visitatori, attorno ai luoghi di culto mondiali si muovono tra i 300 e i 330 milioni di persone ogni anno. Sono le cifre raccolte dall’Unwto, l’organizzazione dell’Onu che si occupa di turismo. Seicento milioni sono i viaggi con finalità religiosa organizzati nel mondo. Un numero destinato a salire nell’anno del giubileo straordinario indetto a sorpresa da papa Francesco”.

Doninelli e la dismisura.
Lo scrittore Luca Doninelli il 3 settembre, dalle colonne di “Vita”: “Ma l’Anno Santo è l’anno di una dismisura. Ci ricorda che, se alla base di tutte le nostre misure non c’è una dismisura, la nostra politica si riduce a un calcolo meschino. L’Anno santo non è un’azione della Chiesa come corpo politico, ma l’irruzione del metodo di Dio. Una bontà, una magnanimità senza pari. Non si perdona sette volte, ma settanta volte sette, cioè sempre. L’Anno Santo è l’irrompere del ‘sempre’ (pensiero impensabile) nelle nostre azioni quotidiane”.

Sito official.
In ogni caso vale la pena consigliare il sito ufficiale http://www.im.va/content/gdm/it.html

Risultati.
Nel momento in cui scriviamo con jubilee 2015 sono circa 49.400.000 i risultati di google mentre con giubileo 2015 sono circa 536.000 e questo dà la dimensione dei volumi delle lingue e dell’universalità del tema.

Bus.
Il professor Domenico Cecchini intervistato dal GR3 questa settimana a commento dell’atteso anno di visite ha dichiarato tra le priorità: “un flusso di gestione di traffici turistici tenendo i bus lontani dal centro cittadino”.

Musiche celestiali.
Intanto esiste un canale YouTube del nuovo Giubileo della Misericordia. In cui potete ascoltare l’inno ufficiale (Misericordes sicut pater ovvero Misericordiosi come il padre) che è per la verità bello.

La musica è di Paul Inwood (il testo del gesuita Eugenio Costa, teologo e musicista). Nel dire come è nato l’inno Costa ha raccontato la selezione di Inwood scelto tra 90 compositori prima e 21 dopo. La scheda del musicista, un laico inglese, dice:”Diocesan Director of Liturgy and Music, Diocese of Portsmouth UK”.
La prima delle quattro strofe dell’inno dice: “Rendiamo grazie al Padre, perché è buono / Ha creato il mondo con sapienza / Conduce il suo popolo nella storia / Perdona e accoglie i suoi figli”.




Il primo della lizza.
Se oggi come oggi su G. metti nella finestrella del cerca “giubileo 2015” il primo a uscirti fuori è una guest house. “DISPONIBILI I BIGLIETTI (GRATUITI) PER APERTURA PORTA SANTA!” e sottolinea come i clienti della suddetta se li ritroveranno nelle stanze senza troppa fatica.

Al “lavori”.
Di certo c’è una prima lista di lavori annunciati. Questa: via Marsala, via Giolitti , via De Nicola, piazzale Ostiense, piazza di Porta San Paolo, piazza della stazione San Pietro, via della stazione San Pietro, via Innocenzo III, via delle Fornaci, piazza di Porta Cavalleggeri, lungotevere e largo Diaz, lungotevere Flaminio, lungotevere delle Navi e Arnaldo da Brescia, lungotevere delle Armi e Michelangelo, lungotevere Mellini, lungotevere Prati, lungotevere Sangallo, Fiorentini, Altoviti e Augusta, lungotevere Gianicolense e Farnesina, lungotevere Pierleoni e Tebaldi, lungotevere Raffaello Sanzio, lungotevere Ripa e Ripa Grande, lungotevere Aventino e lungotevere Testaccio, via Zanardelli, via della Mercede, via del Banco di Santo Spirito, piazza della Repubblica, via IV Novembre, via Cesare Battisti, viale delle Mura Latine, viale di Porta Ardeatina, largo dei Martiri delle Fosse Ardeatine, via Appia Antica, via Cecilia Metella.

Un precedente.
Giubilèo (ma anticamente la doppia B della versione Giubbilèo era effettivamente consueta) – s. m. [dal lat. tardo, eccles., (annus) iubilaeus, der. dell’ebr. yōbēl, propr. «capro» perché la festività ebraica era annunciata con il suono di un corno di capro (citiamo liberamente da Treccani) – non è cosa da poco. Straordinarietà a parte ha multipli venticinquennali.

Ci è ricapitato tra le mani un vecchio numero de “La Critica Sociologica”. Il numero 125 della primavera 1998. Al suo interno un articolo su “Roma: identità culturale, cultura dei mezzi e cultura dei valori a proposito dello scacco metropolitano alla religiosità della diocesi”. Autore del saggio (parte di un lavoro più corposo), Romano Bettini.

Si scriveva in ritmo e previsione di Giubileo. Era il 2000. Ora siamo alle soglie di un Giubileo straordinario e fa piacere vedere che già allora ci si era posti dei traguardi, o ci si sentiva un po’ chiamati a farlo. In specie dal punto di vista dei valori. In primis quello che allora albeggiava tra i vicoli e sotto il “Cuppolone”. Ovvero la posizione della Roma civile e di quella diocesana davanti all’arrivo degli immigrati.

Leggiamo tra l’altro, a proposito dei migranti: “Qual è il progetto culturale sottostante: l’impero romano, l’evangelizzazione di Pietro, o lo sfruttamento della manodopera sottopagata del terzo mondo?” E ancora: “Ma è lecito domandarsi se, al di là di un generico appello ad un diverso e culturalmente aggiornato modo di atteggiarsi rispetto agli stranieri, non ci si debba porre il problema amministrativo, urbanistico ed economico, di un rilancio della crescita, magari in termini di area metropolitana della città di Roma. La seconda obiezione riguarda la fisionomia della cultura romana”. Si parla dei due filoni di questa – quello civile e quello religioso – e si invita al “culto della diversità” (citando Canevacci). A latere dell’identità religiosa (e dell’universalità) alle porte del Giubileo di allora si parla di una flessione (si fa riferimento a una ricerca del 1995) del popolo dei credenti. Curioso il confronto con una omologa ricerca sullo stesso tema a Mosca. L’indice di religiosità comparato dei due culti. Delle due città.

Claudio Magris, nel 1999 (3 ottobre “Corriere della Sera”), quindi anche lui in premessa di Giubileo ammoniva: “Sarebbe già molto se, dopo il Giubileo – alcuni aspetti roboanti e disinvolti del quale minacciano di rispecchiare i peggiori peccati della Chiesa – ci si trovasse arricchiti della cultura e del linguaggio religioso che sono fondamentali per tutti, per chi crede, per chi non crede e per chi, forse ragionevolmente, risponderebbe a Singer qualche volta di sì e qualche volta di no. In passato ci sono stati giubilei trionfalistici o in sordina; questo, celebrato sullo sfondo d’una possibile agonia del Cristianesimo, s’annuncia forse stentoreo, ma straordinariamente aperto in varie direzioni. Certo, sarebbe augurabile che il Giubileo non violasse troppo il secondo comandamento, che ammonisce a non nominare il nome di Dio invano”.

Forse non è mai invano nominare quel di cui si ha bisogno. Ma bisogna non solo nominarlo. Né si può dire Giubileo (o Giubbileo) sperando che al suono solo della parola corrisponda una remissione.