flรขnerie e viaggetti

Sull’80 a piazza Dalmazia

Un altra prosa romana dall’internazionale “Catalogo dei suonatori di strada”.




ROMA โ€“ AUTOBUS 80 โ€“ DICEMBRE 2004

Certe volte da solo, certe volte in compagnia di una ragazza
bionda, un ragazzo con i capelli cortissimi e la dentatura
incompleta sale sullโ€™autobus a piazza Dalmazia. Ha una chitarra
a tracolla e un accrocco montato su un carrellino portavaligia
con cui diffonde una base musicale registrata.
Il ragazzo canta sempre la stessa canzone malinconica, ma
non sa cantare. Suona gli accordi abbastanza bene, ma il brano
sembra una canzone come tante. Non viene voglia di sentire
lโ€™esecuzione originale. Eppure deve esserci un disco dellโ€™Europa
orientale con questa canzone.
Il ragazzo ha occhi vispi. Stona molto, ma canta con passione.
La ragazza non fa nulla. Lei stessa sembra guardarlo
rassegnata. Batte piano il ritmo con le mani. Forse pensa al suo
paese, al disco, a quantโ€™รจ bella quella canzone cantata come si
deve.

Le canzoni di aka Giuseppe Dolce, cantautore romano, sono ispirate a quello che succede nella vita, a Paolo Conte, a Tom Waits, a Enzo Jannacci, alle canzoni italiane dimenticate, ai blues indimenticabili e alle melodie nascoste tra le corde della chitarra.