poesie

Testimone unico

Testimone unico è la poesia che estraiamo dalla raccolta di Guglielmo Aprile “Il talento dell’equilibrista” (Giulio Ladolfi Editore).

Di Guglielmo Aprile sappiamo dalla nota che è nato a Napoli nel 1978 e che vive e lavora a Verona. È stato autore di alcune raccolte di poesia, tra le quali Il dio che vaga col vento (Puntoacapo Editrice), Nessun mattino sarà mai l’ultimo (zone), L’assedio di Famagosta (Lietocolle), Calypso (Oedipus). Per la saggistica, ha collaborato con alcune riviste con studi su D’Annunzio, Luzi, Boccaccio e Marino, oltre che sulla poesia del Novecento.

In questi versi si pone nella linea dell’osservazione “testimoniale” come da titolo, l’ambizione è raccontare la propria presenza: annotare, registrare, restituire questa osservazione. Nello sguardo, il tentativo di conclusione. E la paura è che non ci sia nulla al di là delle apparenze: “Ho paura che non ci sia un bel niente, / dietro la fuga / di quadratini rosa sulle pareti del bagno” come scrive in “Saggezza da netturbini”.

D’altro canto gli atti della felicità sono isolati e imprevedibili nella loro prevedibilità: “Pensa a una cosa bella, / le caffetterie aperte già alle sei”. D’altronde, come scrive l’editore nella premessa alla raccolta “il nostro destino è segnato: finiremo tutti nell’impianto del compostaggio”. E, ancora i versi ci dicono che la bellezza o la maestosità sta in outlet o ipermercati, luogo del cannibalismo: “non ho per fratelli / che i lampioni impassibili / alle strade furibonde e al loro / inseguirsi, divorarsi a vicenda”.

Insomma, la ragione del titolo è nel sapere tenere l’equilibrio e destreggiarsi “con disinvoltura tra la realtà e il simbolo”. In fondo, e torniamo ai versi, “Siamo troppo codardi / ma la chiamiamo prudenza” e quindi non chiamiamo le cose con il nome loro, astraiamo.

Testimone unico
I bambini fanno ciao all’aeroplano
come se i passeggeri potessero vederli
e corrispondere il loro gesto,
per l’uomo che prega
l’universo deve avere pareti sottili,
il buio della stanza
è un compagno dal tenero orecchio
con molto tempo da spendere in pettegolezzi;
ma il letto vuoto
è solo un letto vuoto, chiunque non parla che a se
stesso
con chiunque parli,
molti i numeri di telefono non più attivi,
molti i domicili rimasti sfitti;
testimone unico
dell’apparizione della stella,
non raccontarlo in giro o ti daranno del matto.




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