flânerie e viaggetti

Torna a Campo de’ Fiori

Un nuovo brano da “Catalogo dei suonatori di strada”.




ROMA – CAMPO DE’ FIORI – OTTOBRE 1997

In un ristorante della piazza entra un signore magro in giacca
scura e camicia a quadretti. Ha un’aria dimessa. Pochi capelli,
un sorriso incerto. Non si diverte, ma vorrebbe risultare
gradevole.

Tiene in mano un foglietto. Lo mostra ai clienti, che
mangiano e non gli prestano attenzione. L’uomo comincia a
cantare Torna a Surriento. È stonato – la canzone del resto non
è facile – e in più ha un forte accento inglese.
Un avventore trattiene a stento le risa davanti a
quell’esecuzione pietosa. Guarda il foglietto con più attenzione e
gli passa la voglia di ridere. Si commuove. L’inglese stonato
mostra la fotocopia dello spartito di Torna a Surriento.

Sa benissimo che la sua esecuzione è indegna e mostra su carta
cos’è che sta cantando. Denuncia la sua inadeguatezza.
L’avventore sente una nostalgia così acuta che dà una moneta al
signore magro.

Le canzoni di aka Giuseppe Dolce, cantautore romano, sono ispirate a quello che succede nella vita, a Paolo Conte, a Tom Waits, a Enzo Jannacci, alle canzoni italiane dimenticate, ai blues indimenticabili e alle melodie nascoste tra le corde della chitarra.