recensioni

Un Natale bianco su bianco

Un altro Natale è possibile. Nel romanzo islandese di Gunnar Gunnarsson “Il pastore d’Islanda” (Iperborea).


Benedikt ha uno strano modo per prepararsi al Natale. Un modo tutto suo di sentirsi pronto a festeggiarlo: partire e andare a recuperare le pecore disperse per la montagna. Ha cinquantaquattro anni ed è “già un uomo anziano”, come scrive Gunnarsson, “perciò era poco probabile che avesse ancora tempo di perdersi per molte vie traverse”. Anche considerando l’Est dell’Islanda in cui vive tra brughiere e ghiacciai.

“In questo suo pellegrinaggio d’Avvento Benedikt era sempre solo. Davvero solo? Meglio dire senza compagnia umana. Per- ché era ogni volta scortato dal suo cane e spesso anche dal suo montone guida. A quel tempo il cane era Leó ed era, come diceva Benedikt, «un vero papa». Il montone, per via della sua tenacia, portava il nome di Roccia”.

Mettere insieme una piccola squadra è solo il presupposto di un’impresa che si annuncia piena di sorprese. Una pecora seppellita sotto la neve, viva o morta, già trovata e uccisa da una volpe. Il viaggio compassionevole di Benedikt non è insomma sempre vittorioso e può anche essere periglioso.

Anche la parola che annuncia la sua partenza “Avvento” si carica di significati non tutti padroneggiati: “Perché cos’era la sua vita, la vita degli uomini sulla terra, se non un servizio imperfetto che tuttavia è sostenuto dall’attesa, dalla speranza, dalla preparazione?”

C’è una genesi di questo plot affascinante, come spiega Jón Kalman Stefánsson in una delle due postfazioni che accompagnano il volume scritto da Gunnarsson, islandese trapiantato a 15 anni che scrive in danese.




Il 10 dicembre del 1925 un gruppo di uomini sale sui monti della regione orientale per cercare delle pecore. Da qui la nascita prima di un racconto e poi di questo romanzo breve.

Gunnar Gunnarsson nasce nel 1889 in una fattoria del Fljósdalur. Nell’est, appunto, dell’Islanda. Vicino al Vatnajökull, il più grande ghiacciaio dell’isola.

Un villaggio di ottanta persone oggi come alla fine dell’Ottocento, gli anni della grande emigrazione verso le Americhe. Uno scrittore da scoprire e per scoprire l’isola delle meraviglie geologiche e dell’esotismo nordico.