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Un muro al quadro
Un muro è spesso quello che c’è al di là di esso. Come in questa riflessione all’aperto di… (non si legge il nome). Trastevere trova in via Benedetta un suo museo en plein air. Una esibizione a parole, illuminata. Più che un quadro al muro sembra un muro al quadro.
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Meglio barbone che ladro
Meglio barbone che ladro: dice il cartello.
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Un’iniziativa urbana
Un’iniziativa urbana. Da qualche giorno un ragazzo africano ha appoggiato a terra due cartelli come questo. Lì intorno si mette a lavorare ogni mattina spazzando le foglie di platano dal marciapiede. E raccogliendole in grossi sacchi. Oggi il marciapiede è pulito come mai prima e io penso che questo ragazzo vuole davvero cambiare la sua vita.
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Fiati alle periferie
Una coppia di fiati in periferia. Una tappa nuova dell’inedito “Catalogo dei suonatori di strada”.
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Natale a parole
Questo che scrivi a Natale lo scrivi per sempre. Chiedi amore, preghi pace e salute per te e per altri. Soldi, case, scrivanie assistite. E amore, sempre amore, in una misura maggiore di qualsiasi altra cosa a dimostrazione che i soldi non fanno felicità. Eppure prepotenti si affacciano banconote, in mezzo alla carta stesa ad asciugare desideri verso i binari e le macchinette dei biglietti. Preghi fuori come vorresti alienare – sempre fuori – una serie di mali che pensi mortali e che sono invece stagionali anche se la stagione dura una vita. Solo una, la tua. Poca cosa nella linea del tempo. Immortale.
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Vestire sportivo
Vestire sportivo non è più un tema generazionale. Se lo è mai stato non lo è più. D’altro canto essere o non essere eleganti fa pendant con il carattere. E la comodità aussi. Quando riesci a sposare le due cose hai vinto. Coniugare decoro con confortevolezza è il segno di una totalizzante capacità di stare al mondo. Una cosa che a qualcuno potrebbe apparire freak o naïf – o un’altra parola poco esattamente traducibile – e invece è solo un moto del cuore.