Ennio Flaiano
Ennio Flaiano. O, meglio, il ricordo della figlia dello scrittore, Lelè. Quella di Flaiano è stata una vita fatta di svolte, volute, subite. Un breve pezzo di Filippo La Porta tratto da l’immaginazione (manni editore, che ringraziamo insieme all’autore).
Non guarirla!
Evento decisivo della vita di Ennio Flaiano fu la nascita nel 1942 della amatissima Lelè – cerebrolesa, sempre bisognosa di assistenza specialistica.
Anche perciò lo scrittore dovette impegnarsi in una febbrile attività giornalistica, per potersi pagare quelle cure assai costose.
Nel 1960, ispirandosi a questo fatto, scrive una paginetta autobiografica, un apologo per più versi illuminante. Cristo torna sulla Terra, assalito da fotografi, cacciatori di autografi, etc., il tutto trasmesso dalla TV. La folla comincia subito a gridare: “Il miracolo!” Allora Gesù moltiplica i pani e pesci. Poi: “Un altro miracolo!” Allora sana vari nevrotici… E così via.
Qui avviene la scena clou. Un uomo gli porta una figlia malata e gli dice: “Io non voglio che tu la guarisca ma che la ami”. Gesù la bacia e dice: “In verità quest’uomo ha chiesto ciò che io posso dare”, sparendo poi in una gloria di luce.
Perché non gli chiede di guarirla? Una volta lo scrittore dichiarò che l’amore suo, e di sua moglie, per la figlia era un amore purissimo.
Infatti: un amore puro si rivolge a qualcosa come è, non come potrebbe o dovrebbe essere (dove invece alla realtà si sostituisce l’immaginazione). Lelè, ormai cresciuta (ha quasi vent’anni nel 1960), consisteva precisamente in quella persona.
Chiedere di guarirla significava da un lato chiedere una cosa impossibile, irrealistica, e dall’altro trasformarla in un’altra persona, irriconoscibile. Dove il vero miracolo non è tanto intervenire sulle leggi della natura quanto l’amore stesso.
Il tragico si riduce a questo: accettare che nella vita i conflitti non hanno veramente soluzione, che buona parte della sofferenza è del tutto gratuita e irredimibile, che siamo impotenti nei confronti di una realtà sempre mutevole ma pochissimo modificabile.