Il mare è una lunga riga blu
Il mare è una lunga riga blu è la poesia che estraiamo da “Nella pietra” (Moretti & Vitali) di Massimiliano Mandorlo.
Mandorlo è nato a Cattolica nel 1983 ed è considerato uno dei giovani poeti più di talento della nostra letteratura. Nella nuova raccolta la pietra del titolo fa da filo conduttore plasmato o plasmabile, sostanza prima ma lavorabile.
Come ha notato Giancarlo Pontiggia in bandella ritorna l’omologia tra le cose animate e quelle non. Centrali sono i luoghi. Necessariamente straniante il contrasto tra New York e Milano megalopoli passata per stazioni (“Lanza / Garibaldi / Centrale”) e le isole Sicilia o Santorini, pietra emersa dal mare. Questi versi che citiamo provengono dalla sezione “Congdon, Visioni” dedicata al pittore americano a lungo operativo in zona milanese.
D’altro canto la pittura è parte del testo di Mandorlo: “Quante volte ho cercato di dipingerlo, / quante vote ho fallito”, dice un verso. Un’altra sezione è dedicata a Covili e non vi è dubbio che il dire del verso rimanga un continuo tratteggiare, un cercare di raffigurare con il coraggio di saper fallire.
In fondo cercare di ritrarre l’assoluto in specie è il nostro senso: “è tutto ciò che abbiamo / uomini radici alberi / nell’abbraccio che dà forza / all’acqua, che muove / la pietra”. Non importa fallire ma ricominciare.
il mare è una lunga riga blu
il mare
è azzurra santità
e spavento
ci avvolge
nella sua liquida eternità
accarezza
e rapisce
con la forza oscura
dell’elemento