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Persa nella Roma di Ada Negri

Persa nella Roma di Ada Negri: questo il destino della protagonista di questo racconto – di cui pubblichiamo un frammento – di Ada Negri “La donna scomparsa” dalla raccolta “Sorelle”.





«Un giorno, uscita per compere, non ritornò. L’attesero fino alle otto di sera, prima tranquilli, poi cadendo man mano in preda a mille inquietudini; e già si disponevano a farne ricerca; quando la telefonata d’un conoscente, da una casa in Trastevere abitata per lungo tempo dai Roncaldi fino al loro trasloco in via delle Tre Madonne, li rassicurò; ma, anche, li spaventò.

La signora, terminate le compere, s’era diretta alla casa in Trastevere, aveva suonato al pianterreno, e affermato a chi le apriva: – Questa è casa mia. – Per gran ventura venne, come t’ho detto, riconosciuta: i familiari accorsero: vederli e tornare alla realtà fu tutt’uno: una benda che cada dagli occhi: e la cosa finí lí.




«Da allora, in famiglia, non si fidarono piú a lasciarla uscir sola. Qualcuno di loro, o un amico, o la vecchia cameriera, le si poneva sempre al fianco: novità che l’infastidiva, e per la quale ridusse le sue uscite alla messa della domenica (era religiosissima) e a qualche visita d’obbligo.

«Ma un mattino, a farlo apposta, – ragazzi a scuola, babbo all’ufficio, mamma dal parrucchiere e la cuoca fuori per la spesa, – a unica compagnia della signora rimase la cameriera; e da un minuto all’altro costei, capisci? non la trovò piú. L’aveva lasciata in tinello, per una corsa in camera a prenderle una sciarpa: non la trovò piú. Càpita, è vero? che un oggetto ci scompaia dagli occhi, da un istante all’altro, senza che ci si possa rendere conto del come: pur sapevamo d’averlo lí: ci sembra tuttora di vederlo lí: ci s’impazzisce a cercarlo in tutti i buchi: inutile.

Allora si dice che lo spirito maligno l’ha rapito. Cosí di quella sventuratissima. La cameriera non seppe mai spiegare come la cosa fosse andata: ci smarriva il senno. Fatto sta che l’uscio sul pianerottolo s’era trovato socchiuso; ma nessuno aveva veduto la donna scendere le scale, passare dinanzi la portineria.

Di lei, neppur l’ombra d’una traccia. Era fuggita senza cappello, in vestaglia, con pantofolette di velluto nero senza tacco. Puoi figurarti il precipitarsi dei familiari presso fornitori, parenti, amici. La questura, messa in allarme, sguinzagliò agenti nelle astanterie, negli ospedali, al manicomio, nelle prigioni, per le varie case di salute: in luoghi, persino, ambigui e sospetti, dove
una donna come la signora Maria non avrebbe mai posto piede.




Venne scandagliato il Tevere. Nulla. Gli avvisi fatti stampare dai giornali con la fotografia della scomparsa, non ottennero alcun risultato. Passò un anno: ne passarono due, tre, quattro. Non fu ritrovata piú, né viva, né morta.

Ada Negri (Lodi, 3 febbraio 1870 – Milano, 11 gennaio 1945) poetessa e scrittrice fu la prima e unica donna ad essere ammessa all’Accademia d’Italia.