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Per favore, non scivolate sui pregiudizi!
Giornata della memoria non deve significare solo ricordare all’indietro ma ricordare in avanti. Significa credere che non serva solo la memoria in quanto baluardo finito in sé di brutti ricordi. Memoria deve essere un continuo rimbalzo di attenzioni a quello che oggi, non sembra ma, è simile a quella bruttezza. Simile vuol dire che non ha la stessa carica di effetti ma potrebbe averla. Continuando quella bruttezza, insistendola, organizzandola. Il rischio è che un giorno tutta questa leggerezza della bruttezza possa trovare qualcuno che la organizza e che si prende il merito definitivo di trasformarla in un razzismo organizzato. tanto vale pensarci prima. Attenti alle parole, consapevoli, se pure non…
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Maria Eisenstein, la numero 6
Il diario-romanzo di Maria Eisenstein – ora per Mimesis editore – è una testimonianza importante sulla deportazione.
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Shoah: vedi alla lettera bambine
Shoah e bambine. Pubblichiamo un piccolo estratto dal capitolo dedicato alle bambine di Roma durante la Shoah attraverso le voci di Lia Levi, Rosetta Loy e Giacoma Limentani. Il libro da cui è tratto è “Quella difficile identità. Ebraismo e rappresentazioni letterarie della Shoah” dell’italianista americana Stefania Lucamante edito qualche anno fa da Iacobelli editore.
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L’ultima risata nel giorno della memoria
Oggi è “Il Giorno della Memoria”. Lo celebriamo anticipando una introduzione al e parte del testo teatrale che sarà recitato questa sera alle 21 in diretta dalla Sala A di Via Asiago in Roma (ascoltabile in diretta su Radio3). “L’ultima risata. Comici nei campi nazisti” di Antonella Ottai è l’incredibile storia dei comici nei lager. Le canzoni, gli sketch, l’ironia antinazista degli umoristi della Repubblica di Weimar e la loro deportazione nei campi di concentramento dove erano costretti a far ridere i loro aguzzini.