Raffreddori che cambiano
Esce I raffreddori di André François per Orecchio Acerbo. Ironia e stile del XX secolo.
A sentire André François, tra le creature estinte, ce ne sono alcune che debbono imputare la loro scomparsa a fattori esterni: per esempio il Kubo, effettivamente poco utile con la sua forma, oppure la Rana divoratrice
di marmellata, molesta, oltre che ladra. E che dire dell’Aquila a Cassetthi o dello Srumf?
Il pericolo di estinzione che per molti è dietro l’angolo, non riguarda, in ogni caso, minimamente solo una categoria al mondo: quella dei Raffreddori.
Già i Raffreddori. La loro fortuna sta nel fatto che è cosa risaputa che i Raffreddori non si devono prendere. Questa circostanza ne ha favorito sia la diffusione sia la moltiplicazione di varietà tra loro diverse: quello di testa, quello passeggero, quello trascurato, quello mortale. Ma certamente i più diffusi sono i Raffreddori belli e brutti.
Pittore, scultore, scenografo teatrale, cartoonist, illustratore e autore di libri, André François è considerato una delle personalità più significative in campo artistico del XX secolo.
Dominatore di qualsiasi tecnica, dall’incisione al pastello, e insuperato maestro di arti grafiche, la sua carriera lunga e multiforme costituisce un ponte che collega gli albori del moderno design grafico a quello contemporaneo, André François nasce nel 1915 a Timisoara (all’epoca città dell’impero austro-ungarico, ora in Romania) da una famiglia ungherese.
Frequenta la scuola di Belle Arti di Budapest e nel 1934 (dal 1939 naturalizzato francese) si trasferisce a Parigi per studiare con il grande maestro della cartellonistica, A.M. Cassandre.
Poi la Penguin, poi tanti libri e una carriera durata fino al traguardo dei 90 anni, ombreggiata da un incendio che ne ha distrutto l’archivio e poi un lavoro di recupero del tanto andato in fumo o combusto attraverso una tecnica di recupero che gli è valsa una mostra al Beaubourg.
Vi offriamo tre tavole da questo piccolo capolavoro di ironia e stile pittorico di André François.